Ogni storia nasce da una rivoluzione, ma si rischia di esagerare?

Quando al termine dell’ultima stagione sportiva Mancini disse di volere 8 o 9 giocatori nuovi, molti risero sotto i baffi, pensarono ad un’esagerazione per spronare la dirigenza, oppure che i veri acquisti sarebbero stati 3 o 4 e che gli altri potessero essere semplici tasselli complementari. Il mercato estivo ci sta insegnando che Mancini non scherzava affatto, ma che non ha nemmeno intenzione di accontentarsi di un singolo giocatore in meno. 

E’ vero che un ottavo posto non è consono alle aspettative di un tecnico e di una società che vogliono tornare a volare alto, ma al tempo stesso bisogna essere consapevoli del fatto che tale posizione in classifica non ha rispecchiato il reale valore della rosa. Nonostante questa doverosa premessa, Mancini ha voluto fare piazza pulita e ha imposto gente nuova, infischiandosene di quanto fatto a gennaio o di eventuali seconde opportunità. Ha ritenuto Shaqiri non congeniale al suo progetto, lo stesso giocatore accolto con squilli di fanfara dai tifosi alla Malpensa solo pochi mesi fa. Ha pressoché bocciato tutti gli attuali terzini presenti in rosa, avvallando alcune cessioni e reclamando due nuovi titolari. Ha ragionevolmente ottenuto due  centrali difensivi e ha fatto fare dei poderosi investimenti (presenti e futuri) per potenziare centrocampo e attacco. Insiste sulla necessità di un ulteriore uomo in mediana capace di fare entrambe le fasi di gioco, seppur i nomi raggiungibili non stimolino fantasie accattivanti e perverse.

Miranda, Murillo, Montoya, Kondogbia, Jovetic, Biabiany. A questi sei nomi potrebbero presto unirsi Perisic e Felipe Melo, per non parlare dell’agognato terzino sinistro e di un eventuale vice-Icardi. Si rischia la doppia cifra e, a tal punto, si potrà ben dire che il tecnico jesino avrà visto i suoi desideri rivoluzionari realizzati. E’ vero, infatti, che ogni rivoluzione è stata la base per grandi cambiamenti, spesso in bene, della storia. Alcune volte il cambiamento può essere volto al peggio, ma non dovrebbe essere questo il caso, in attesa che sia però il campo a stabilirlo.

Mancini dal 22 agosto avrà molta pressione addosso e dovrà mostrarsi all’altezza degli sforzi finora profusi dalla sua società. I mezzi personali e la fiducia dell’ambiente ci sono tutti, ma ci vorrà tempo per assemblare tanti ingranaggi nuovi. Ci vorrà velocità da una parte e pazienza dall’altra, ben sapendo che fra un anno non si potranno richiedere 10 nuovi giocatori, che i “pagherò” del mercato interista andranno a pesare sui prossimi bilanci e che, dunque, soltanto dei risultati eccellenti sul campo potranno aiutare Thohir a tirare fuori il contante senza patemi di alcun tipo .

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