A.A.A. cercasi centrocampista, ma è davvero cosi essenziale?

La stagione 2015/2016 ha preso ufficialmente il via. Dopo la prima conferenza stampa di Roberto Mancini, alla quale ha voluto presenziare anche il presidente Erick Thohir, la squadra ha svolto la prima seduta di allenamento sui campi del centro sportivo ‘Angelo Moratti’. Dal caldo torrido di Appiano Gentile poi ci si sposterà tra le rigogliose valli del Trentino durante il ritiro di Riscone di Brunico, prima di intraprendere poi la consueta tournè asiatica. Squadra e tecnico da poco al lavoro sul campo dunque, mentre la società continua a modellare la rosa secondo i dettami tecnici di Mancini e i parametri economici da rispettare per un sano equilibrio societario.

Oltre al vasto e scomodo capitolo delle cessioni, i vertici interisti continuano a muoversi sul mercato in entrata, concentrandosi soprattutto su un secondo innesto a centrocampo dopo l’importante arrivo di Geoffrey Kondogbia, e su uno/due attaccanti. In mediana infatti, dopo il clamoroso rifiuto ad affare apparentemente già quasi concluso di Giannelli Imbula, che ha preferito accasarsi al Porto, si stanno vagliando, ormai da diverse settimane, delle alternative dalle caratteristiche comuni. Si va ricercando un centrocampista che faccia da schermo davanti alla difesa e che sappia però anche dettare i tempi di gioco e quindi dare il via alla manovra. Un profilo in stile Cambiasso dei tempi d’oro, al quale affiancare due mezz’ali come Kondogbia e Kovacic e che permetterebbe loro più licenze offensive e meno lavoro sporco. L’idendikit che va ricercato è assolutamente questo, visto che l’unico presente al momento in rosa in quel ruolo, Medel, è si un maestro dell’arte della copertura e del recupero palla, ma si è dimostrato al tempo stesso poco incline al palleggio e al ruolo di costruttore di gioco. I nomi sul tavolo del ds Piero Ausilio sono principalmente tre: Mario Suarez, Felipe Melo e Lucas Leiva. Tutti giocatori di fama, conosciuti, di buon livello ma nessuno onestamente funzionale al progetto interista.

Il roccioso centrocampista dell’Atletico Madrid Mario Suarez rappresenterebbe al momento la prima scelta di Mancini. Desta un po’ di perplessità però la decisione del tecnico jesino di puntare su un giocatore che non si è mai riuscito ad imporre nel centrocampo a tre dei ‘colchoneros’ e che presenta sostanzialmente caratteristiche, non fisiche ma tecniche, identiche al già citato Medel. Egli è infatti un tenace combattente in mezzo al campo ma sicuramente non dotato di piede vellutato e geometrie euclidee. Forti dubbi anche sul nome di Felipe Melo, con il brasiliano all’ultimo anno di contratto con il Galatasaray e desideroso di seguire il suo ex mentore e tornare in Italia. L’Inter vorrebbe portare a Milano il giocatore svincolandolo dal club a costo zero, ma comunque così facendo dovrebbe garantire al brasiliano, già trentaduenne, tre anni di contratto in modo da poterne spalmare il pesante ingaggio, concludendo così un operazione che andrebbe a cozzare con l’idea di una linea giovane promossa dalla società. Per ultimo, infine, Lucas Leiva rappresenta forse il più adatto al ruolo fra i tre, ma in questo caso sono da capire le richieste del Liverpool per un giocatore che comunque non è mai riuscito ad imporsi con continuità.

E se la soluzione del giallo fosse già presente in casa? Ipotesi tutt’altro che da scartare questa, con la possibilità di schierare Kondogbia in quella posizione (come già gioca in nazionale), oppure la coraggiosa ma congeniale opzione di confermare e credere nelle qualità del baby Gnoukouri. Il giovane ivoriano è stata una delle poche sorprese positive della scorsa stagione dimostrando qualità – usa infatti egregiamente entrambi i piedi in fase di costruzione – e personalità da vendere, giocando il suo primo derby da titolare in totale tranquillità e senza il minimo timore.

La soluzione dell’enigma sarà sicuramente chiara ai dirigenti interisti, che in questo mercato stanno dimostrando grande sapienza e lungimiranza nel condurre in porto operazioni che solo 3 mesi fa potevano sembrare irrealizzabili; molte volte però la risposta che si cerca è presente sotto i propri occhi ma si fa finta di ignorarla.

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