La più grande speranza…è il Milan

Queste primissime settimane di mercato, non ufficiali, stanno iniettando molta delusione e parecchio scetticismo nei tifosi nerazzurri. Le parole di Thohir e Mancini, fiduciosi nel riportare l’Inter ai suoi vertici abituali, lasciavano e lasciano presupporre un mercato da protagonista, condito da nomi e trattative di pezzi pregiati. Il mercato di gennaio, seppur con le sue scommesse perse, era parso un antipasto notevole. Peccato che le altre portate tardino ad arrivare. I nomi di Touré, Dybala, Benatia e, in ultimo, Cuadrado, sono evaporati in un batter d’occhio. Colpa di ripensamenti, concorrenza, forse di tentativi troppo arditi, non supportati da una condizione economica adeguata e da un blasone che non è più quello di qualche stagione fa, soprattutto per colpa della seconda assenza negli ultimi 3 anni alle coppe europee (Sampdoria permettendo).

Ogni giorno sono molteplici i nomi accostati al club meneghino e, spesso, sono successivamente seguiti da una secchiata gelata d’acqua, che pone un brusco freno a sogni e rilanci di gloria. Come se non bastasse, a peggiorare le cose si è messa l’improvvisa elettrizzante azione di mercato del signor Galliani e del Milan, supportati a dovere dai soldi del nuovo socio mister Bee e già con le mani su Jackson Martinez, non proprio l’ultimo dei centravanti. Le voci che si rincorrono, inoltre, su Ibrahimovic e Kondogbia, danno l’idea di una squadra pronta a diventare di nuovo una big, non solo a parole. Allo stesso tempo, però, questa faraonica campagna di mercato del Milan può essere uno stimolo e un incentivo per l’Inter.

Erick Thohir non potrà restare impassibile se vedrà la sua più acerrima diretta concorrente comprare giocatori di qualità e richiesti da altre big europee. La piazza non resterà muta se le voci più consistenti dovessero continuare a riferirsi all’eventuale cessione di Kovacic e non ad un’accelerata da un obiettivo di calibro diverso dai Zukanovic, Kranevitter, M’bia, giocatori che saranno utili, ma non consentono di passare dall’ottavo al terzo posto e che, fra l’altro, non si riesce nemmeno ad acquistare. E’ vero che gli elementi di contorno possono risultare delle brillante intuizioni, ma se mancano alcune colonne portanti la casa non si ricostruisce più. La pressione diverrà alta e sia Thohir che Ausilio sanno che il popolo bauscia non è ancora molto propenso a perdonare ulteriori indugi o sbagli da dilettante.

Non ci resta dunque sperare che la dirigenza nerazzurra, spinta da spirito di rivalsa, emulazione e superamento nei confronti dei cugini, possa iniziare a battere qualche colpo. Perché il FFP dovrà valere per tutti e perché se un attaccante cercato da mezza Europa va a giocare per la decima della Serie A, non è detto che un Kondogbia, uno Jovetic, un Lavezzi o un decente difensore centrale non accetti di venire a giocare per l’ottava. Almeno non dovranno fare i preliminari di Coppa Italia.

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