Mihajlovic si è calato appieno nel calcio moderno

Un uomo tutto d’un pezzo, un uomo d’altri tempi, legato a valori e vincoli, come il calcio che fu, un uomo istintivo, caloroso e diretto, questo era, per tutti, Sinisa Mihajlovic, oltre che un grande calciatore

Per citare solo due esempi, basti ricordare una lite furibonda con Patrick Viera al termine di un derby tiratissimo e vinto dall’Inter per 4-3, il 28 ottobre 2006 con reti di Crespo, Ibra, Stankovic e Materazzi, ed una famosa intervista rilasciata quando Sinisa era l’allenatore del Catania, nella quale l’ex difensore dichiarava: “Non potrei mai allenare il Milan, perché sono stato all’Inter quattro anni e sono interista…”.

Incredibile? No, per uno come Mihajlovic no, idolo di tifosi e coerenza ad oltranza.

E bene l’assurdo è che, come il calcio moderno vuole, non ci sono più bandiere, non vale più il legame ad una maglia e le parole possono essere stravolte, ribaltate o semplicemente dichiarare che: “Sono stato fraintese e manipolato…”.

E così anche il roccioso Mihajlovic si rimangia i suoi pensieri e le sue stesse parole e si appresta a sedersi sulla panchina dei rossoneri.

La coerenza non va più di moda o magari semplicemente lo stolto è colui che non cambia idea, ma in ogni caso i tifosi aspetteranno il tecnico serbo al varco.

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