27/05/1965 – Inter campione d’Europa per la seconda volta

Inter, più di una parola. Inter è storia. Più di una parola perché quando pronunciata da un tifoso, giovane o anziano, sprigiona nel cuore quell’energia, quella passione, che solo l’amore verso la propria squadra ti sa dare.

Quella sensazione che vorresti mostrarla al mondo, vorresti gioire delle vittorie, urlare “INTER” alla rete del tuo beniamino preferito, o magari al giocatore che non si apprezza particolarmente ma che in quel preciso momento ti ha regalato la gioia del goal.

Essere interista non è mai stato semplice. Né oggi, né ieri e chissà domani. L’Inter è una squadra Pazza. Ma è per questo che i veri tifosi la amano, l’accompagnano ovunque vada, nei momenti positivi e in quelli negativi.

Oggi, 50 anni fa, l’Inter viveva un momento più che esaltante, quell’esaltazione che solo una notte di maggio ti sa dare.

Scendeva in campo, al “Meazza”, la Grande Inter: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso. Condotti dall’inimitabile Herrera ad affrontare il Benfica di Eusebio, la stella portoghese che da lì a poco avrebbe portato il Portogallo a disputare il miglior Mondiale della propria storia.

I nerazzurri erano arrivati a quella notte affrontando la Dinamo Bucarest, il Glasgow Rangers e in semifinale, in un doppio scontro incredibile, il Liverpool. Il Benifica, dal canto suo, aveva eliminato l’Aris Bonnevoie, il La Chaux-de-Fonds, il Real Madrid e in semifinale gli ungheresi del Győr. 

I portoghesi praticavano un calcio all’avanguardia e totale e si presentavano con:  Da Costa, Pereira, Cavém, Cruz, Germano, Machado, Neto, Augusto, Eusebio, Torres, Simoes. 

A decidere il match, disputato sotto un’incessante pioggia che cadeva dalla sera prima, la zampata di Jair. La rete del brasiliano, al 42′, ma anche il 12esimo uomo, lo stadio “Meazza” che ad ogni scorribanda offensiva dei lusitani ruggiva e caricava i propri eroi.

La partita terminò 1-0, l’Inter di Herrera e Angelo Moratti si confermava Campione d’Europa per la seconda volta consecutiva e quella sera, come tante altre a venire, i tifosi nerazzurri poterono liberare la gioia e l’amore verso i propri colori.

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