Icardi: ”Per me l’Inter è una delle più grandi squadre al mondo. Siamo in ricostruzione, l’anno prossimo…”

Mauro Icardi rilascia una lunga intervista ai microfoni di Canal Plus in cui ripercorre tutta la sua carriera calcistica fino ad oggi. Partendo dal Vecindario e passando per Barcellona e Samp prima di approdare all’Inter. Ecco le parole del classe ’93 di Rosario:

Mi scoprì il Barcellona durante un torneo a Tenerife a cui io partecipavo con la maglia del Vecindario. Arrivammo in finale contro l’Espanyol e vincemmo. Da lì tutti i top club spagnoli mi hanno contattato. Fu una decisione difficilissima, ma io essendo un bambino la presi senza pensare. Nel Barcellona c’erano Messi, Eto’o, Ronaldinho, i giocatori che ammiravo e che vestivano la maglia della squadra che tifavo che era il Barcellona. Quando ci fu l’opportunità di andare non ci pensai molto. Se non avessi giocato alle Canarie non sarei andato al Barça e oggi non sarei qui. Per me è un orgoglio essere uscito da un’isola che poco ha dato al calcio ed essere considerato un giocatore di primo livello. Sono una persona matura e lo devo alla famiglia perché mi hanno sempre dato la possibilità di scegliere quello che ritenevo fosse meglio per me, cose buone e cose negative incluse. Messi? Quando mi stavo allenando al Camp Nou mi misi all’uscita degli spogliatoi e appena vidi uscire Leo lo chiamai presentandomi e chiedendo se si ricordava di me e lui mi disse che ci saremmo incontrati dopo il suo allenamento e ci siamo conosciuti meglio. E’ stata una cosa fantastica, di tanto in tanto ci sentiamo via telefono o via messaggio. Quando decisi di andare via dal Barça accadde tutto velocemente la Samp mi vide giocare quindici minuti partendo dalla panchina in una partita contro l’Espanyol e mi dissero che in Italia avrei avuto molte più chance e decisi di accettare. Lo stesso anno il Real mi chiamò per andare a giocare con il Castilla, ma io pensai che non potevo passare dalla Serie A alla seconda divisione spagnola”.

Si parla poi della gara contro la Juve vinta 2-1 in rimonta dalla Sampdoria con doppietta di Mauro: “Quella è stata la gara in cui sono esploso, anche se avevo già segnato contro il Genoa nel derby. L’allenatore fu costretto a schierarmi perché gli altri erano infortunati o squalificati, ma alla fine vincemmo. Giocare contro la Juve in quello stadio era una nuova esperienza. Io ho fatto solo il mio dovere, sono rimasto tranquillo e ho fatto doppietta a Buffon per vincere quella partita“.

Poi ci fu il passaggio all’Inter: “Per me l’Inter è una delle più grandi squadre al mondo. Aveva appena vinto tutto e da sempre è la storia del calcio. Non ebbi alcun dubbio nel trasferirmi a Milano. Qui gioco sempre e aiuto la squadra segnando molti gol, ma nonostante questo l’Inter non si trova dove meriterebbe di stare come squadra. Adesso ci stiamo riassestando dopo l’addio di molti campioni che qui hanno vinto tutto e quindi dobbiamo solo aspettare l’anno prossimo per essere di nuovo al top. Contro il Sassuolo perdemmo 3-1 e tutti perdemmo la testa. La mia rabbia nacque dal fatto che regalai la maglia ad un bimbo in prima fila in mezzo a tanti adulti e loro gliela strapparono dalle mani per ributtarla in campo. Sono uscito di testa, ma è passato tutto. Il cucchiaio a Napoli? Presi la decisione con Guarin perché sappiamo che sono un ragazzo molto freddo. Quando finirò la mia carriera sicuramente vorrei giocare con il Newell’s per vedere quello che si prova a giocare davanti a quei tifosi che vivono questo sport in maniera completamente differente da qui”.

 

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