GdS – Moratti, 70 anni vissuti fra calcio e Inter. Auguri Presidente!

Una storia lunga, intensa e lunga più o meno una vita. Sì, perchè il legame esistente fra l’Inter e Massimo Moratti, che oggi compie 70 anni, è esattamente un vincolo di vita che da sempre lega l’attuale amministratore delegato della Saras a questi colori.

L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, ripercorre le tappe che hanno creato la simbiosi sempre più profonda fra la famiglia Moratti e il club milanese. Nato nel 1945 a Bosco Chiesanuova, paesino in provincia di Verona, ha il primo contatto con l’Inter quando suo padre Angelo nel 1955 acquista la società e lui, che ancora frequentava la scuola elementare, aveva già occasione di seguire da vicino allenamenti e partite.

All’età di 20 anni, nel 1965, si ritrova a vivere tutti i successi della Grande Inter costruita da suo papà con le vittorie di due coppe Campioni, due Intercontinentali e tre scudetti. Era praticamente coetaneo dei grandi campioni di quella squadra ed era anche un giocatore di qualità come ricordato da Mazzola: “Moratti trattava bene la palla, mancino, tocco felpato, estroso. Ci sapeva fare, tecnicamente era all’altezza di un professionista”. Ma il suo destino era quello di prendere le redini della Saras, la più grande società petrolifera d’Europa, e non poteva dare troppo peso a quel pallone che comunque amava da sempre.

Il suo calcio giocato si limitava quindi a delle partitelle organizzate nei campi che Angelo Moratti aveva fatto costruire nelle tenute di Imbersago e Forte dei Marmi, dove spesso erano invitati anche personaggi illustri del pallone come Rivera. Nel frattempo il padre aveva lasciato l’Inter dal 1968 e i i decenni ’70 e ’80 erano stati poverissimi di successi con due vittorie in Coppa Uefa e uno scudetto nel 1989.

Nel 1995 poi, quasi come regalo per i suoi 50 anni, Moratti decide di entrare egli stesso nel cuore dell’Inter, acquistando il club e affidando le chiavi della gestione societaria a molti grandi nomi del passato. Nonostante la passione, la generosità negli investimenti e la cura per il club, le vittoria stentano ad arrivare e anzi sono frequenti cocenti delusioni come gli scudetti sfumati in extremis nel 1998 e nel 2002 e fra cui spicca un solo successo in Coppa Uefa nella finale contro la Lazio.

La svolta arriva quando ha poco più di 60 anni e fra il 2005 e il 2006 accadono due eventi importanti: l’arrivo in panchina di Roberto Mancini e lo scandalo di Calciopoli che fa finire la Juve in B. Così, nel giro di pochi anni, l’Inter si erge a colosso del calcio italiano ed europeo grazie a un crescendo di vittorie che culmina con il successo della Champions League del 2010 coronato grazie al condottiero più simile all’Helenio Herrera che aveva fatto gioire suo padre decenni prima: Josè Mourinho.

Una storia fatta di grandi acquisti, di grandi affari, di acquisti flop e sicuramente di tante serate magiche abbinati ad altrettanti momenti di delusione che fanno parte di questo sport. Dal 2013 Massimo Moratti non è più presidente del club e dal 2014 è semplice azionista di minoranza, ma nel suo cuore il risultato è sempre lo stesso: l’Inter è la sua vita. E chissà se oggi sarà a San Siro e nella sfida delle sfide contro la Juventus ricorderà alcuni di questi momenti del suo passato, magari concludendo con una vittoria per godersi al meglio questa giornata speciale. In ogni caso, settanta volte auguri presidente!

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