Zanetti: “Balotelli all’Inter sarebbe maturato! Ho deciso io il mio ritiro!”

Continua l’intervista che Javer Zanetti ha rilasciato a Il Corriere dello Sport. Dopo aver parlato della situazione del calcio italiano e di come costruire un’Inter vincente, ecco alcune suggestioni di mercato e dei racconti su episodi personali.

È fantacalcio un possibile ritorno di Balotelli?

“Come ho detto prima, la dirigenza e il mister sono in completa sintonia. Stiamo ricercando dei giocatori con le caratteristiche che il mister ci ha ben descritto. Se però Mancini dovesse chiedere Mario…”

Si aspetta di più da Balotelli?

“Mi aspettavo che trovasse quella continuità di rendimento fondamentale per la consacrazione come top player. Quando era all’Inter, al di là di qualche partita steccata, ha sempre fatto bene e spesso la differenza. Sarebbe un bene per il calcio italiano se lui trovasse la tranquillità e dimostrasse il suo valore.”

Quanti ceffoni ha preso nello spogliatoio dell’Inter quando sbagliava?

“Gli abbiamo parlato tantissimo perché eravamo dispiaciuti se sbagliava. Anche lui lo era. Si pentiva, prometteva di non ricascarci più, poi, però, puntualmente commetteva gli stessi errori. Fosse rimasto qui magari sarebbe maturato.”

I tifosi, però, più che Balotelli rimpiangono lei…

“Ho deciso di smettere dopo aver superato l’infortunio al tendine di Achille occorso contro il Palermo (28 aprile 2013, ndr). Mi ero promesso che quella non sarebbe stata la mia ultima gara e così è stato. Quando sono rientrato in campo contro il Livorno (9 novembre 2013, ndr) ho preso la mia decisione. La scorsa stagione penso di esser stato ancora utile per la squadra, ma meglio ritirarsi quando ancora si sta bene, piuttosto che farsi pensionare dagli altri.”

Avrebbe smesso anche se al posto di Mazzarri, la scorsa estate, ci fosse stato Mancini?

“Sì, mi sarei comunque ritirato.”

Eppure con Mazzarri non sembrava ci fosse un gran feeling…

“Ho sempre avuto molto rispetto per le scelte di mister Mazzarri. Sicuramente, mi sarebbe piaciuto giocare l’ultimo derby della mia carriera, anche i tifosi del Milan mi aspettavano per salutarmi, ma professionalmente ho accettato la scelta del tecnico. Così come contro la Lazio, quando sono partito dalla panchina. San Siro non ha reagito bene a queste scelte e ha fischiato Mazzarri, ma io posso assicurare che tra me e lui i rapporti sono buoni. Ha sempre parlato bene e difeso noi senatori, me, Cambiasso, Milito e Samuel e noi ci siamo sempre messi a disposizione del gruppo, senza polemiche. L’ho sempre detto: voglio essere utile all’Inter in campo, in panchina o in tribuna.”

Parole simile a quelle di Francesco Totti..

“Francesco si sta comportando da campione, come lo è. Come io volevo il bene dell’Inter, Totti vuole quello della Roma.”

Mourinho l’allenatore con cui ha avuto più feeling?

“Sarebbe riduttivo parlare del mio rapporto con José solo per le vittorie che abbiamo ottenuto. José lo voglio ricordare per come si comportava con noi, con il gruppo, il senso d’appartenenza che aveva con l’Inter e le tante cose positive che ci ha lasciato. In quei due anni ha stravolto i nostri metodi di allenamento, permettendoci di fare cose straordinarie grazie all’intensità spesa in settimana.”

Come fa Mourinho ad entrare nella testa dei calciatori?

“È un vincente. È un allenatore di grande personalità che ti dice le cose in faccia. Ogni sua azione era atta a migliorare il gruppo per raggiungere la meta. Era meticoloso in ogni dettaglio nella preparazione delle partite, leggeva in anticipo le difficoltà di ogni gara.”

Cosa vi ha detto prima della finale di Champions?

“Ci disse che avevamo fatto un grande sforzo per arrivare dove eravamo arrivati, ma che avremmo dovuto fare un ultimo scalino. Solo così saremmo entrati nella storia del calcio. Ci guardò tutti in faccia e ci spiegò come, per molti di noi, sarebbe stata l’ultima occasione della nostra carriera e che quindi non potevamo fallire. Per me è stato un sogno alzare al Coppa nella mia 700esima presenza in nerazzurro.”

 

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