GdS – Inter, la qualità in attacco non paga. Anche Handanovic…

Se in casa si fanno 3 punti su 12 contro le piccole squadre, Chievo, Cesena, Cagliari, Parma, un motivo ci sarà e la gente ha il diritto di fischiare.

San Siro deve diventare il fortino di casa ma per esserlo i giocatori devono somigliare a Palacio, come scrive La Gazzetta dello Sport, uno a cui la garra non manca mai, che lotta per conquistare una rimessa laterale ma che poi una volta sollevata la testa vede i compagni che giochicchiano, tentano finte o tiri impossibili, senza far la cosa più semplice e molte volte più redditizia.

Con Udinese e Roma la scossa è arrivata dalla panchina, ieri Podolski, Shaqiri e Kovacic sono entrati in maniera spenta, unendosi ai tiri dalla distanza di Hernanes, all’intermittenza di Guarin e ai pali di Icardi, unico con Palacio a sfiorare sul serio il gol.

Gol che poi ha rischiato di fare il Chievo se non ci fosse stato Handanovic, con l’estremo difensore che ci va giù duro: “Non sono soddisfatto di essere il migliore in campo, perché alla fine abbiamo rischiato di perdere. Succede, quando non la sblocchi prima e devi sbilanciarti per ottenere i tre punti, succede sopratutto se non impari a correre anche all’indietro e se quando perdi la palla rimani a guardare gli avversari che vanno in contropiede. Non abbiamo mai cambiato ritmo, un problema emerso troppe volte quest’anno. Le partite si vincono con la cattiveria e non solo con le giocate ad effetto. Siamo delusi, la strada per l’Europa è ancora più complicata“. Insomma, la qualità c’è ma se non viene sfruttata a dovere vale ben poco.

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