Mancini e Mazzarri, ora la media punti è la stessa ma…

Walter Mazzarri o Roberto Mancini? Molti detrattori in questa stagione hanno più volte rimproverato all’attuale tecnico dell’Inter una media punti inferiore a quella del predecessore livornese, media perfettamente pareggiata con la vittoria del Friuli, 1.45 punti per gara.

Con Mazzarri l’Inter avrebbe qualche punto in più”, parole di Roberto Mancini datate 13 febbraio 2015, sembra passato un secolo, perché l’Inter attuale somiglia ad una squadra di ciclismo impegnata in una cronometro, va come un treno.

Eppure, numeri alla mano, Mazzarri e Mancini hanno la stessa media punti, partite con rovinose cadute, Cagliari, Fiorentina e Parma per il tecnico ex Napoli, mentre Roma, Torino, Sassuolo per il tecnico jesino, che aggiunge alla striscia negativa anche le sconfitte con i viola e la Sampdoria.

Tra la gara con i blucerchiati e lo scialbo pareggio col Parma qualcosa nel pianeta Inter è cambiato, via il Mancini “zen” con perle di saggezza e quasi compassione per tutti, dentro “ILMancini interista, sanguigno, arrabbiato, minaccioso, quello che gode del credito del popolo nerazzurro poiché fa rivedere la sua versione che ha portato gli scudetti dal 2006 al 2008.

L’Inter non perde da 5 turni, ha il rammarico di un derby dominato inutilmente visto il solo punto conquistato, ma ha rivisto la voglia di vincere nella gara con la Roma, 6 attaccanti in campo, prima vittoria contro una big e tante facce dei giocatori che ora sorridono, ultimo in ordine di tempo Lukas Podolski.

Il sorriso, ecco cosa mancava all’Inter di Mazzarri, una squadra costruita in estate per lui, a cui viene successivamente rimproverato una scarsa conoscenza dei giocatori stranieri (esempio M’Vila) e un carattere accigliato che non penetra nei cuori nerazzurri, se poi anche la pioggia ci si mette di mezzo col Verona ecco che avere avuto una media punti superiore al Mancio vale poco.

Mancio is back”, quando La Gazzetta dello Sport ha titolato cosi nell’Inter è spuntato il sole, un timido sole che nascondeva non pochi fulmini, un inizio stentato, come iniziare una salita in bici con una ruota sgonfia, un mercato che porta Santon, Shaqiri e Podolski, tutti conquistati dal “top player” Mancini.

Top player, anzi, visti i riferimenti ciclistici ecco Mazzarri e Mancini, al livornese gli viene preparata una squadra per ambire alla maglia rosa, ma lui non è “uomo classificaè un gregario instancabile che punta molto sul lavoro e poco nei rapporti con l’esterno, un gregario che magari suda tutta la tappa ma poi deve lasciare il passo alla maglia rosa, al tipico trascinatore, al Roberto Mancini di turno, uno che si presenta ai tifosi dicendo “Fidatevi di me”, l’Inter si è fidata, non si arriverà a vincere il Giro d’Italia ma il podio, in questo caso Europa League, non è più difficile quanto il Mortirolo.

 

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