GdS – E’ tempo di primi bilanci: i 100 giorni del Mancini-bis

Prima o poi è inevitabile iniziare a farsi dei conti e a valutare il lavoro svolto nei giorni precedenti. Sono passati 100 giorni dal ritorno di Roberto Mancini sulla panchina dell’Inter, da quel 15 novembre che ha segnato in un modo o nell’altro comunque una volta in questa stagione nerazzurra.

A tal proposito, La Gazzetta dello Sport analizza i punti più peculiari di questo stralcio di avventura del Mancio 2.0 anche se un vero bilancio potrà farsi solo a fine stagione in base agli obiettivi raggiunti e forse soprattutto al modo con cui verranno raggiunti.

Per prima cosa il tecnico di Jesi ha affrontato dal suo ritorno 17 partite totali dell’Inter di cui 12 in campionato, 2 in Coppa Italia e 3 in Europa League e i numeri mostrano chiaramente come ci sia ancora molto da lavorare per l’allenatore ex Manchester City e Galatasaray: in Serie A sono state esattamente 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte, in Coppa Italia una vittoria e una sconfitta e un in Europa 2 vittorie e un pareggio. Il bilancio è in equilibrio totale se non fosse per il leggero “positivo” registrato nelle tre sfide europee.

La rosea analizza gli aspetti più evidenti in cui si è notata la mano del Mancio in questi primi 100 giorni di lavoro nonostante la consapevolezza che non sarebbe stato facile: “Non sono un mago ma l’Inter deve tornare a vincere il prima possibile”.

Ciò che forse va oltre i numeri non esaltanti ottenuti dai nerazzurri negli ultimi 3 mesi e che comunque concede all’ambiente una buona dose di ottimismo è l’atteggiamento, quella mentalità offensiva e sfacciata che porta a non temere nessuno e a giocarsi con tutti le proprie carte a prescindere che ci si trovi a giocare contro la Juventus o contro l’Empoli.

Peccato però che l’Inter abbia dato il meglio di sè proprio con le cosiddette grandi o comunque con le squadre più in forma del campionato mentre spesso con le piccole si è trovata a soffrire e a perdere preziosi punti per strada. Non mancano nemmeno i momenti in cui Mancini ha trattenuto a stento la rabbia come dopo la sconfitta casalinga contro l’Udinese: “Sono incazzato nero per questa sconfitta” oppure dopo la beffa con il Napoli in Coppa Italia: “Siamo stati devi veri polli”.

Nel mentre, nonostante il periodo non sia lunghissimo, c’è stato tempo per alcune uscite (Osvaldo, rottura ancora misteriosa da alcuni punti di vista) ma soprattutto importanti entrate quali Podolski e Santon ma soprattutto Brozovic e Shaqiri che in pochissimo tempo sono riusciti a diventare imprescindibili l’idea di gioco del Mancio.

Giocatori valorizzati come Guarin e in parte Palacio che si è ritrovato dopo mesi davvero negativi e altri che invece hanno faticato più del previsto come Hernanes, Kovacic e Ranocchia. Idea di gioco nuova, nuovo modulo, nuove prospettive e grandi ambizioni che però attendono ancora di essere messe in pratica.

Un periodo intenso seppur breve ma che attende ancora numerosi sviluppi che i tifosi si augurano possano essere positivi come auspicato dallo stesso Roberto Mancini.

 

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