Cagliari-Inter un girone dopo: dalle stalle alla ricerca delle stelle

Tutti i tifosi nerazzurri ricordano quello strampalato pomeriggio di Milano: a San Siro, per affrontare un’Inter ben lanciata e protagonista di un buon avvio in stagione, arriva il Cagliari di Zdenek Zeman, squadra ancora a corto di vittorie in campionato. Ci si attendeva una passeggiata di salute, invece fu l’inizio del netto declino dell’idea nerazzurra di Walter Mazzarri: dopo quella vergognosa sconfitta si deteriorò totalmente il suo rapporto con la tifoseria e l’ambiente interista. Non che fosse mai sbocciato prepotentemente, ma quella fu una batosta che minò le speranze di poter vedere l’ex tecnico del Napoli aprire un ciclo vincente e duraturo. L’Inter quel giorno fu presentata in campo senza il giusto approccio, sottovalutò l’avversario e non ebbe alcun tipo di mordente nel cercare di raddrizzare una partita incredibilmente storta. Ranocchia e compagni fecero molta fatica per emergere dalle sabbie mobile nelle quali sprofondarono quel giorno; le successive sfide mostrarono infatti una squadra carica di paure e pronta a liquefarsi alla prima difficoltà, a spaventarsi dopo il primo imprevisto.

Diciannove partite dopo si può tranquillamente dire che non sia cambiato molto, almeno sul piano dei risultati. L’Inter, nonostante i rassicuranti miglioramenti delle ultime partite, è ancora condannata da una classifica in parte deficitaria, bloccata al decimo posto e distante diversi punti dall’obiettivo proclamato ad inizio stagione, il terzo posto. Se i risultati non sono cambiati, sono stati invece di gran lunga modificati i fattori. Mazzarri ha lasciato posto a Mancini, di gran lunga più apprezzato dai tifosi e alla sua idea di calcio francamente più gradevole e convincente. Il tecnico jesino non ha promesso la luna, ma non ha mai rinunciato nel voler portare quell’entusiasmo e quella fiducia indispensabili per portare avanti qualsiasi tipo di progetto. Oltre a ciò però, è arrivata anche una buona dose di concretezza, portata dall’arrivo di giocatori capaci di stuzzicare gli appetiti dei tifosi come si deve: Shaqiri, Podolski, Brozovic, oltre al ritorno del figliol prodigo Santon. L’Inter ha trattato con Bayern Monaco ed Arsenal per giocatori di qualità ed esperienza, non con Rubin Kazan o svariati club sudamericani per scommesse che difficilmente si sono realizzate. Il gioco ne ha risentito in pieno, sia dal punto di vista tecnico che della personalità. L’Inter ha mostrato di voler fare la partita sia in casa contro il Torino, che in trasferta contro la Juve e, anche se non supportata sempre dal raggiungimento dei tre punti, sta procedendo spedita per il suo cammino, non curante di qualche scusa di poco conto come può essere la pioggia o un infortunato di troppo.

Così, se un girone dopo c’è qualcuno che torna a ruggire lontano o a farsi sentire, per nulla consapevole degli errori e del fallimento compiuto nel corso di un anno e mezzo, l’Inter andrà in Sardegna consapevole che gli errori e i fallimenti dovranno essere ridotti ai minimi termini. La grande squadra è anche quella capace di ottenere le proprie vendette e riprendersi dagli scalpi ricevuti in passato. Col ricordo della partita di andata, l’Inter deve ora ripagare il Cagliari con la stessa moneta. La marcia verso le stelle è ancora lontana, quanto meno si inizi a lasciarsi alle spalle il sentiero colmo di stalle.

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