In questa Inter non tutti reggono la pressione

Quando una squadra è discontinua ed altalenante come l’Inter è d’obbligo porsi una serie di interrogativi sui perchè siano così repentini i passaggi da momenti di esaltazione ad altri di totale confusione. La squadra nerazzurra si è sempre dimostrata poco capace di mantenere alta l’attenzione e la costanza nell’arco di partite ravvicinate e spesso accade la medesima cosa nell’ambito della stessa partita. Dov’è la causa di tutto ciò?

Difficile trovare una risposta completa e corretta più di altre però forse una delle motivazioni che non fa rendere tutti i giocatori in rosa come dovrebbero è il peso della responsabilità e quella pressione che spesso porta a giocare quasi con l’ansia di commettere qualche errore. Ansia puntualissima perchè poi gli errori arrivano in ogni partita come se fossero programmati in allenamento. 

Troppo facile in questo momento far riferimento a capitan Ranocchia, il giocatore più bersagliato da tifosi e stampa per i suoi numerosi errori commessi in questa stagione e soprattutto per quella mancanza di carisma, di cattiveria, di sicurezza con cui ha gestito i suoi primi mesi da capitano di questa squadra.

Bisogna anche ammettere che per chiunque ereditare la fascia dal Capitano per eccellenza, da un pezzo di storia importante per il club, da un uomo dello spessore di Javier Zanetti non sarebbe stato facile perchè si è troppo esposti ai confronti con il passato e alle critiche. In ogni caso Ranocchia ha dimostrato in passato di avere delle qualità però forse il peso di quella fascia e il conseguente calo di questa stagione lo stanno rendendo oggetto di scherno e ironie quasi ad ogni partita.

Altro giocatore che ad esempio fatica a inserirsi in questa rosa è Dodò che già a Roma aveva avuto delle difficoltà ambientali e talvolta lo stesso Sabatini nel commentare il brasiliano affermava “Sente molto la pressione dell’Olimpico”. Nell’Inter quest’anno ha fatto un’ottima impressione nelle prime apparizioni trovando anche due reti in Europa League ma via via ha perso le sue certezze forse anche per il cambio tecnico che ha determinato l’abbandono di quel 3-5-2 mazzariano che forse era più congeniale alle sue caratteristiche.

Mancini comunque gli ha dato alcune occasioni anche se raramente da titolare, peccato che Dodò spesso le abbia mal gestite come del resto fatto anche ieri sera quando nei pochi minuti giocati si è reso solo protagonista della palla ingenuamente persa che poi ha portato al pareggio definitivo del Celtic.

Dopo prestazioni ricche di luci e ombre come quella di ieri sarebbe forse scontato mettere sotto i riflettori della critica molti elementi di questa squadra ma per guardare almeno il bicchiere mezzo pieno si può far riferimento anche a quei giocatori che per fortuna hanno dimostrato anche in tempi rapidi di non sentire assolutamente la pressione di quei colori, di San Siro e della tifoseria.

Immediato il riferimento a Mauro Icardi che nella sua esperienza nerazzurra ha sempre mostrato la massima freddezza nel gestire ogni situazione con la massima tranquillità quasi senza curarsi di giudizi e critiche ed è forse questa la prima motivazione che nel giro di poco più di un anno l’ha reso il vero bomber di questa squadra con una media gol da invidia per un giocatore della sua giovante età.

Parlando più di nomi nuovi nell’ambiente interista un elogio va fatto a Brozovic e Shaqiri. Il croato già dai primi minuti ufficiali in maglia nerazzurra (al Mapei Stadium) si è dimostrato disinvolto e tranquillo mostrando le sue capacità poi ribadite nelle successive presenze con cui ha impiegato pochissimo a diventare titolare di questa Inter.

Shaqiri invece ha avuto bisogno semplicemente di un paio di partite per recuperare il ritmo e la condizione fisica per mostrare a tutto l’ambiente di essere materialmente una spanna sopra tutti gli altri in quanto a carisma, tecnica e anche voglia nel dimostrare con i colori nerazzurri tutto il suo valore. Le ultime grandi partite disputate contro Palermo, Atalanta e Celtic ne sono una piacevole conferma.

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