Shaqiri trequartista, il cambio vincente di Mancini

All’Inter di questi tempi serviva una scintilla, una mossa che potesse cambiare il trend di un momento dove le prestazioni della squadra non trovavano perfetta sintonia con i risultati. Un cambio di rotta che doveva essere studiato e perfezionato da Roberto Mancini, il quale si era detto più volte soddisfatto senza però avere conferma dai punti.

Le sconfitte contro il Torino, in coppa Italia contro il Napoli e quella di Reggio Emilia avevano gettato ombre sull’operato del tecnico, reo di aver schierato un modulo probabilmente troppo offensivo privando la squadra di quella fase difensiva necessaria per ottenere almeno risultati positivi e muovere la classifica.

L’ultima gara contro il Palermo infatti, oltre a mostrare una squadra più convinta ed aggressiva in fase di non possesso palla, ha visto un cambio anche per quanto riguarda il modulo adottato. Messo in soffitta momentaneamente il 4-2-3-1, il tecnico di Jesi ha optato per un più equilibrato 4-3-1-2 ed il risultato è stato più convincente. Una mediana a tre per fare più filtro tra difesa ed attacco con un trequartista pronto a far saltare il banco con continui strappi nella retroguardia avversaria.

Mancini ha designato per questo delicato ruolo Xherdan Shaqiri e la prestazione dello svizzero è lievitata sempre più con il passare dei minuti. L’impressione è che partendo da una posizione più accentrata ed avanzata rispetto alle precedenti uscite, le qualità dello stantuffo elvetico possano essere più determinanti nell’economia di squadra.

Arrivato nel mercato di riparazione a gennaio, Shaqiri ha dimostrato subito il suo valore ma la posizione di esterno destro d’attacco con la possibilità ad accentrarsi ed andare alla conclusione con il suo piede preferito sembravano essere leggermente penalizzanti. Tutto questo perché, soprattutto in fase di non possesso, l’obbligo per i due esterni d’attacco è quello di scalare spesso sulla linea dei centrocampisti per non permettere ai due mediani di ritrovarsi in inferiorità numerica e soffrire la manovra avversaria.

Modulo che andava a scapito di un giocatore come Shaqiri, ad oggi uno dei più ispirati nel reparto offensivo nerazzurro. La partita contro il Palermo ha infatti mostrato un trequartista in grado di suggerire al meglio il tandem d’attacco e fare da perfetto collante tra i due reparti. A Bergamo probabile ritorno dal primo minuto del suo ‘gemello’ del mercato Podolski, smanioso di condire l’importante chance concessa da Mancini con la prima rete in nerazzurro ricevendo magari proprio da Shaqiri l’assist al bacio così come era capitato a parti invertite nella sfida di coppa Italia contro la Sampdoria.

Impostazioni privacy