Per Mancini Bonazzoli non è il Balotelli-bis: ecco perché

Federico Bonazzoli e Mario Balotelli: due giocatori con vicissitudini simili ma al contempo diverse. I due non sono di certo uniti dalle caratteristiche tecniche (in cui per certi aspetti il Balotelli di 17 anni era superiore), ma il punto che accomuna i due è il fatto che la loro crescita iniziale (sotto tutti i punti di vista) è stata affidata ad uno dei migliori allenatori del panorama italiano e non: Roberto Mancini. Il tecnico di Jesi, che è stato un giocatore fuori dal comune, riconosce al volo i giovani dotati di capacità al di sopra della norma. Ma, nonostante abbia portato in prima squadra anni fa Balotelli e adesso mantenga costantemente nella rosa principale Bonazzoli, i percorsi dei due ragazzi sono completamente diversi.

L’ex numero 45 interista infatti veniva chiamato spesso in causa durante le partite, godendo man mano di un minutaggio sempre maggiore. Bonazzoli, invece, colleziona a stento scampoli di partita. Il motivo principale di questa differenza è che Balotelli ha avuto la fortuna di giocare in un’Inter forte, capace di aiutarlo nel prendere confidenza con la Serie A; Bonazzoli, invece, è arrivato in un’Inter che sta cercando a fatica di risalire la china. E proprio per questo motivo il numero 97 interista viene schierato pochissimo: una squadra blasonata come quella nerazzurra, che ha bisogno come il pane di fare punti, preferisce fare affidamento su giocatori più pronti e capaci di fare la differenza fin da subito. 

Se le situazioni dei due calciatori fossero state opposte, magari oggi parleremmo di “Bona” come un giocatore che va affermandosi e di un Balotelli che molti nemmeno saprebbero chi è. Ma in queste cose non ci vuole solo fortuna: anche se Balotelli ha avuto la sorte dalla sua, non è riuscito a sfruttarla appieno. “Bona”, invece nonostante le difficoltà del caso, potrebbe migliorare e, a differenza di “SuperMario”, riuscire ad essere costante.

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