Gds – Kovacic ispirato ma troppo solo

Nell’Inter di Roberto Mancini non poteva non far scintille il numero 10, un pò come il Mancio giocatore chi porta quella maglia deve far la differenza.

Mateo Kovacic contro la Lazio è stato l’arma in più, adattato all’inizio a stare lontano dall’area di rigore per proteggere meglio il centrocampo, con la seconda frazione di gara il suo baricentro si è spostato più avanti e da quel momento l’Inter ha fatto le cose migliori.

Piccolo problema per il genio serbo, intorno a lui c’è il buio, Guarin appare svogliato dopo i primi errori, Kuzmanovic è giocatore d’assalto non di costruzione, Medel lotta ma è un mastino non un inventore di gioco, il faro di tutto resta Kovacic, come si legge da La Gazzetta Dello Sport, sono 101 i palloni toccati e solo lui ha il coraggio e la personalità per giocate importanti.

Dribbling riusciti son 3 su 6 sempre in zone calde del campo, dove perdere un pallone risulta una condanna a morte, il fatto che Mancini chieda alla squadra di giocare in avanti comporta che il centrocampo abbia la classe di non perdere palloni e in questa Inter solo Kovacic è la certezza di questo.

I nerazzurri vincono sul possesso palla (64%) ma al momento delle conclusioni si specchiano in una bellezza che non esiste, la prodezza di Mateo Kovacic è invece il coniglio che viene estratto dal cilindro nel momento del bisogno, guarda caso come un grande numero 10 che ora segue l’Inter dalla panchina.

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