Primato e spirito di sacrificio, un successo che vale doppio

L’Inter era chiamata ieri sera a dare continuità all’ondata di entusiasmo che ha accompagnato il ritorno del neo-cinquantenne Roberto Mancini sulla panchina nerazzurra nel match contro gli ucraini del Dnipro nella quinta giornata dei gironi di Europa League. Ovviamente questa sfida era anche fondamentale per chiudere definitivamente la questione Europa e assicurarsi la trasferta nel lontano Azerbaijan di dicembre quasi come una semplice amichevole.

Sebbene i presupposti fossero di buon auspicio vista la presenza della squadra titolare oltre che di una fiducia che era apparsa in crescita già contro il Milan, in realtà fin dai primi minuti si è capito come quella di stasera non sarebbe stata una passeggiata perchè la squadra di Dnipro era venuta a San Siro per fare punti vista la difficile situazione di classifica nel girone, ben consapevole che nell’ultimo periodo non era stato difficile per le squadre ospiti mettere in difficoltà i nerazzurri anche se fra le mura amiche. 

Come spesso accaduto anche nella tribolata gestione Mazzarri, la squadra ha però avuto un approccio leggero, quasi svogliato con la partita, come dimostrato dalle occasioni banalmente concesse fin da subito agli avversari fino al gol di Rotan nato da una ingenuità difensiva di Juan Jesus in avvio di azione. Anche dopo il gol subito la squadra è sembrata quasi incapace di invertire la rotta di un match che la vedeva sempre più in balia dei giocatori offensivi ucraini e la conferma è arrivata a metà tempo quando sempre per mancanza di concentrazione Guarin che stende in area Cheberyachko e concede a Konoplyanka la chance di mettere il match in ghiaccio se non fosse per il solito Handanovic che ormai è una vera garanzia dagli undici metri. Ironia della sorte, pochi minuti dopo arriva il quasi inatteso gol del pareggio siglato da Kuzmanovic che ha visto premiata la crescita delle ultime prestazioni con la prima rete nella sua avventura nerazzurra.

Secondo tempo e storia che non cambia, nemmeno il tempo di iniziare e Ranocchia già ammonito commette un fallo tanto involontario quanto distratto che gli costa il rosso. Però a differenza della sciagura capitata contro il Cagliari di Zeman dopo l’espulsione di Nagatomo che mandò in tilt l’intera squadra, stavolta i nerazzurri sfruttano l’occasione per rimboccarsi le mani e ricompattarsi riuscendo addirittura a passare in vantaggio grazie a un gran gol confezionato dalla coppia Hernanes-Osvaldo che porta l’Inter in vantaggio. Un 2-1 quasi frutto del caso ma meritato per come la squadra ha poi difeso il risultato per il resto della gara contro dei giocatori comunque insidiosi che fino all’ultimo hanno creato pericoli alla retroguardia nerazzurra.

Dal punto di vista del gioco la prestazione generale deve ancora crescere molto ma senza dubbio l’atteggiamento propositivo e l’umiltà con cui in dieci si è affrontato tutto il secondo tempo ha fatto piacere innanzitutto all’allenatore ma anche al pubblico di San Siro che finalmente, dopo molte settimane di astinenza per le dovute circostanze, è tornato ad applaudire in maniera convinta i giocatori scesi in campo. Tre punti importanti nel processo di crescita principalmente psicologica che può permettere a questa squadra di tornare grande. Che sia stata una vittoria merita o meno, è arrivata, insieme al matematico primato nel girone. Non male come regalo per il compleanno del Mancio. 

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