Milan-Inter, un bicchiere mezzo pieno da cui ripartire

La tanto attesa era Mancini 2.0 ha avuto inizio e sicuramente non poteva esserci una cornice migliore di quella del derby della Madonnina. Tenendo conto del pochissimo tempo avuto dall’allenatore di Jesi per riorganizzare una squadra sfiduciata e da stravolgere dal punto di vista tattico, il pareggio ottenuto questa sera è senza dubbio positivo soprattutto per come si era messa la partita anche se come sempre i nerazzurri sono stati puniti alla prima disattenzione come spesso è accaduto in questa prima fase del campionato.

Passare in una settimana a un modulo del tutto nuovo e ritrovarsi a metterlo in pratica per la prima volta in una partita tesa e intensa come la stracittadina poteva essere insidioso, nonostante l’entusiasmo iniziale che caratterizza tutte le squadre dopo il cambio di guida tecnica. 

L’inizio è stato incoraggiante visto che per molti aspetti è sembrata la squadra solida e volenterosa che aveva schiacciato anche il Napoli poche settimane fa e probabilmente se Icardi avesse capitalizzato la colossale occasione avuta in apertura, probabilmente la partita sarebbe andata diversamente. Poi dalla palla ingenuamente persa da Obi a centrocampo si è innescata praticamente dal nulla l’azione che ha portato al gol di Menez, che per un attimo ha fatto tornare l’Inter nella sua dimensione terrena ricca di inquietudine e col costante timore di essere punita alla prima occasione concessa.

Diversamente da quanto accadeva all’Inter di Mazzarri, che alle prime difficoltà si sgretolava sotto i colpi degli avversari, gli undici messi in campo stasera sono rimasti per quanto possibile compatti ripartendo col giusto piglio anche nella ripresa e giungendo al meritato pareggio proprio di Joel Obi, che fino a quel momento aveva steccato l’ennesima occasione di mettersi in mostra. La squadra ha poi faticato a mantenere alti ritmi col passare dei minuti e solo le dinamiche del caso hanno fatto terminare il match sull’1-1 viste le ghiotte occasioni capitate a El Shaarawy e nuovamente a Maurito, oltre alla palla in mischia allo scadere capitata a Poli.

Un punto che al momento può sembrare più vicino alla sconfitta che al successo ma che in realtà serve soprattutto a recuperare le proprie certezze come dimostra la capacità di recuperare una partita che poteva diventare difficile e che con un pò di fortuna si sarebbe anche vinta. Roberto Mancini ha una buona base su cui lavorare anche perchè probabilmente i moduli da lui praticati permetteranno nel corso della stagione di sfruttare al meglio le caratteristiche dei suoi uomini differentemente dal quasi monotono 3-5-2 di Walter Mazzarri.

In generale, come ammesso dal Mancio, era impossibile stravolgere una squadra in qualche giorno e dopo pochi allenamenti ma forse mai come oggi questo pareggio deve costituire un nuovo punto di partenza. Buone indicazioni specialmente da Guarin che in alcuni momenti è sembrato nella migliore versione vista con Stramaccioni e Kuzmanovic, che pare davvero essersi calato nel ruolo di mediano assicurando un lavoro su entrambe le fasi pur senza fare mai grandi cose. Meno bene Kovacic oggi impiegato troppo lontano dalla porta ma per una volta è giusto salvaguardare il baby croato che probabilmente ha solo sofferto il cambio di modulo e forse un pizzico di pressione.

La seconda avventura di Roberto Mancini ha inizio con un mezzo sorriso nel derby ma probabilmente per la prima volta la squadra ha delle nuove ambizioni e una maggior fiducia nei propri mezzi perchè, come da lui stesso dichiarato, l’Inter non può puntare solo al terzo posto e una mentalità vincente è la miglior base per tornare a essere competitivi.

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