Kovacic e la grande voglia di conquistare Mancini

Chissà cosa starà pensando Mateo Kovacic dell’esonero di Walter Mazzarri? Un quesito che non potremo sicuramente mai sapere, separato e staccato da quelle parole di circostanza e di facciata che spesso nascondono una verità assai più spigolosa.

Un talento sbocciato subito con la maglia nerazzurra, quando la dirigenza lo acquistò dalla Dinamo Zagabria appena diciottenne e nel giro di pochissime partite divenne uno degli idoli dell’esigente pubblico di San Siro.

In panchina un tecnico molto giovane come Andrea Stramaccioni, subito pronto e deciso a valorizzare il talento di questo ragazzo che non aveva subito la pressione di prendere per mano una squadra come l’Inter in evidente difficoltà in quella stagione.

Annata conclusa al nono posto, esonero del rampante allenatore e scelta della società di affidarsi all’esperienza di un tecnico capace di accendere entusiasmo e sogni dei napoletani come Walter Mazzarri. Un’opzione studiata e ponderata per riportare l’Inter al vertice e sfruttare i giocatori al meglio delle proprie qualità.

Successe con molti ma non con Kovacic. Panchine e sgoccioli di partita per un’intera stagione supportate dal fatto che il ragazzo doveva difendere meglio ed applicarsi di più. Nonostante la maggior considerazione in questi ultimi mesi, l’idea è che non fosse mai nato il giusto feeling tra i due, separati da un concetto di calcio differente.

L’avvento di Mancini potrà ridare il giusto slancio anche a lui, slegato da un’insofferenza tattica che i campioncini spesso non tollerano se troppo esasperata. Le prime parole del tecnico di Jesi ”Kovacic è giovanissimo, deve capire che non può giocare sempre benissimo però ha le qualità per diventare un campione” sono state molto distensive e l’ottimismo nell’ambiente è alto.

Ora bisognerà solo capire come verrà impiegato per sfruttare al massimo le sue caratteristiche ed elevarlo ad un ruolo importante all’interno del gruppo. L’acume di Mancini coadiuvato dalla voglia di migliorarsi del ragazzo potranno essere i giusti ingredienti per tornare ad essere il giocatore ammirato nei primi sei mesi in nerazzurro.

 

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