Inter, ma è vera crisi?

La partita di domenica, pareggiata all’89°, dopo aver sofferto per 42 minuti in 10 uomini, ha lasciato gli interisti ad affrontare una sosta amara. Altri due punti buttati, come i tre lasciati al Tardini una settimana prima, contro quel Parma che con la Juventus, proprio domenica, veniva affettato teneramente ad ogni discesa. E’ ancora crisi Inter.

Ancora, perché lo è stato anche dopo il brutto 0-0 contro il Torino alla prima giornata, dopo aver rifilato 7 reti allo Stjarnan due giorni prima. Ancora, perché lo è stato anche a Palermo, dopo un pareggio che con una svista arbitrale in meno poteva essere una vittoria, nonostante un Vidic pasticcione e i 7 gol inflitti al Sassuolo la settimana prima. Ancora, dopo 2 nette sconfitte contro Cagliari e Fiorentina, 7 gol presi in 2 gare. E’ sempre crisi Inter.

La sosta delle nazionali di ottobre non ha aiutato affatto Mazzarri, che più che recuperare pezzi li ha persi per strada. Così, da Napoli fino contro l’Hellas, cioè per un periodo di 3 settimane,  la stessa formazione ha dovuto affrontare una partita ogni 3 giorni. Dei cali fisici, dunque, possono anche essere concessi, soprattutto a quei giocatori maggiormente chiamati in causa.

Il vero problema è che non bisognava arrivare con gli uomini contati e con la stanchezza sulle spalle al 9 novembre. Ma di chi è la colpa dunque? Mazzarri e il suo staff, certo, non ne sono esenti, ma chi ha deciso di partecipare ad una tournée negli USA? Chiedendo di non fare figuracce, contro squadre di ben altro spessore tecnico, stravolgendo i piani della preparazione atletica, già compromessa per i rientranti dal Mondiale (vedesi Palacio, il quale ha mostrato qualche sintomo di ripresa nella passata settimana).

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo guardare il portafoglio della società, che necessitava di quei circa 3 milioni di euro derivanti dalla partecipazione, oltre che del merchandising che sarebbe potuto derivarne con delle prestazioni degne di nota.

Ma quindi, con un campionato livellato verso il basso, dopo 8 punti in 5 partite, conquistati in emergenza, più di alcune dirette concorrenti per il terzo posto, come Milan e Fiorentina, solo due in meno di Juventus e Roma, si può ancora parlare di crisi Inter? La squadra ha affrontato a fine settembre un periodo veramente difficile, dopo la debacle contro il Cagliari, furono minate sicurezze difensive e d’identità. Ma assieme all’allenatore e alla società i giocatori riuscirono ad uscirne fuori, con una bella gara contro il Napoli, finita giustamente in pareggio per quello visto in campo. La squadra, poi, oltre i punti ha iniziato ad avere un buon impatto nelle partite, non arrendendosi a iniziali svantaggi. La gara di Parma è il punto più basso toccato, uno scivolone, ma anche in quell’occasione i nerazzurri avevano avuto le possibilità di rimettere in sesto la partita, di girare la ruota a proprio favore, ma mal sfruttate. Come nella partita di domenica, la squadra anche in 10 ha avuto ottime occasioni per mettere la parola fine al match, con il 3 a 1 negato più volte dalla difesa gialloblu.

E’ controproducente, ora, per tutto l’ambiente, puntare il dito contro i giocatori, contro la società o contro lo stesso tecnico. La squadra non sta andando alla deriva come i tifosi più pessimisti credono, anzi, ora più che mai ha mostrato un’unione con il proprio tecnico, cosa che sotto la Madonnina non si vedeva da anni. Il terzo posto, con tutti gli effettivi a disposizione, può ancora essere raggiunto. Nonostante quello che l’opinione pubblica creda, con un Milan già proiettato alla finale di Champions di Milano del 2016, sebbene ad un punto dall’Inter. Sperando che questa sosta dia quello che la passata ha tolto.

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