Mazzarri fra dogmi e interpreti

Pazienza e attesa. Due termini che mancano al calcio italiano e ai suoi tifosi. Il risultato immediato preferito al progetto a lungo termine. Ieri il ds Ausilio ha ribadito che l’Inter non ha fretta e che nessuno degli obiettivi stagionali è compromesso. Ausulio non è preoccupato per l’assenza del gioco, causata dall’assenza anche di pedine fondamentali in mezzo al campo. Un nuovo cambio di allenatore (il settimo negli ultimi quattro anni) non è previsto poichè i nerazzurri stanno  prendendo esempio anche dal calcio estero, dove l’allenatore gode della piena fiducia anche in periodi difficili.

Mancanza di gioco o di interpreti? – L’Inter gioca male, questo è evidente e sotto gli occhi di tutti. E’ anche vero che mancano veri e propri interpreti: M’Vila, Medel, Obi e Kuzmanovic non sono di certo quel tipo di giocatori che danno del tu al pallone, tutt’altro, a loro spetta il compito di spezzare la manovra avversaria e fare un compito da vero e proprio gregario. Escludendo Hernanes, che raramente in stagione ha giocato senza acciacchi, rimangono Kovacic e Guarin. Il primo ha ampi margini di crescita ma serve ancora qualcuno che gli faccia da chioccia al suo fianco, mentre il secondo ha un nuovo ruolo nello schema tattico di Mazzarri. Insomma non è una squadra piena di palleggiatori da Tiki Taka.

Mazzarri e…Klopp – Il paragone può sembrare strano, esagerato. I momenti che i due tecnici stanno attraversando sono simili, anzi, paradossalmente Mazzarri ha una classifica migliore del tedesco. Il Borussia è penultimo in campionato e primo nel suo girone di Champions, in Italia con una situazione del genere difficilmente la testa dell’allenatore non sarebbe saltata. A Klopp gli va data comunque fiducia, con la convinzione che il Borussia possa rialzarsi. L’Inter con Mazzarri pare, e questo va sottolineato, voglia prendere esempio dal club tedesco e attendere ancora. I conti, come ribadito da Ausilio, si faranno alla fine, la squadra in Europa League ha una posizione stabile e il quarto posto non è lontano. Certo è che per maturare bisogna anche fare ammenda delle proprie colpe e demolire qualche dogma di troppo.

3-5-2 senza esterni- E qui iniziano le colpe di Mazzarri. A Parma dopo l’uscita di Obi sulla destra è scalato Ranocchia a fare l’esterno, non proprio un centometrista. Non si può giocare con un modulo dove le corsie esterne sono fondamentali, dalle quali dovrebbero partire gli assist per gli attaccanti, se non si hanno gli interpreti. Sarebbe stato molto meglio mettersi a quattro dietro, con Juan Jesus adattato terzino come con Stramaccioni, un centrocampo a tre con Kovacic, Kuzmanovic e Medel, davanti le due punte supportate da Hernanes. A inizio anno si parlava di esperimenti di 3-4-3 e di 4-3-3 ma fin’ora neanche l’ombra di questi moduli.

Nessuno da buttare, si può riciclare – Tutti utili, nessuno indispensabile. Gli infortuni fino qui hanno in parte condizionato la stagione. In difesa Vidic era l’uomo che doveva garantire sicurezza ma ha avuto un inizio altalenante di stagione, bisogna continuare a dare fiducia ad uno che ha un bagaglio pieno di esperienza. Hernanes e Kovacic devono per forza caricarsi sulle spalle il peso della squadra, le parole del Profeta fanno capire che la voglia di fare bene c’è. In avanti si attende il ritorno di Osvaldo, poichè Icardi è ancora da sgrezzare e ha bisogno di qualcuno che faccia a sportellate insieme a lui, mentre Palacio può essere l’arma in più in attesa di tempi migliori. Ma l’evoluzione della squadra avverrà quando a fare un salto di qualità saranno gli esterni, va bene la personalità di Dodò nel puntare l’uomo e Nagatomo con le sue percussioni a moto-perpetuto, ma bisogna lavorare soprattutto sulla fase difensiva. I vari Andreolli, D’Ambrosio, Mbaye, M’Vila restano dei rincalzi per far rifiatare chi ha macinato di più durante l’anno, mentre ci si aspetta grandi cose da due giovani di belle speranze : Bonazzoli e Puscas. Ne hanno tutto il tempo di far bene, come lo ha l’Inter, in fondo siamo solo al 4 di novembre, la stagione può ancora migliorare.

 

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