San Siro saluta una leggenda e accoglie una stella: da Zanetti a Kovacic, nasce la nuova Inter

Dall’euforia per l’accesso matematico all’Europa League alla commozione di un San Siro in lacrime per l’addio di uno dei pilastri dei colori nerazzurri, passando per l’ultimo saluto a chi, insieme a lui, la storia di questa Inter l’ha scritta e poi marchiata nel segno dell’Eternità.

Sono innumerevoli le emozioni regalateci da questo Inter-Lazio di fine di stagione, in una serata in cui passato, presente e futuro si sono magicamente intrecciati. Il sipario sul nostro eterno capitano e sugli eroi del Triplete è lentamente calato, ma in questa notte di tristi addii una nuova stella ha iniziato a brillare nel firmamento nerazzurro e porta il nome di Mateo Kovacic.

Dopo una stagione travagliata in cui è stato gestito col contagocce e che l’ha visto spesso riscaldare le panchine a bordocampo, il giovane 19enne è riuscito a guadagnarsi un posto da titolare, sfoderando una serie di convincenti prestazioni che sono culminate con la prova superlativa offerta contro i biancocelesti.

Due assist da capogiro e diverse giocate sopraffine hanno illuminato il ‘Meazza’, che ha potuto finalmente assistere allo sbocciare di un talento cristallino: il centrocampista croato è stato coltivato fin qui all’ombra dei riflettori da un padre forse troppo severo come Mazzarri, che sembra però aver restituito ai tifosi un prodotto finito perfettamente levigato anche dal punto di vista tattico e difensivo.

Mentre Zanetti, Samuel e Milito salutavano i quasi 60.000 spettatori presenti, in campo l’ex Dinamo Zagabria serviva su un piatto d’argento ad Icardi il gol del 2-0, per una rete che resta emblema di un passaggio di consegne fra la storia recente ed un luminoso futuro. I ‘grandi’ sono usciti di scena, in una notte come le altre in cui la grandezza di ciò che stato si è arresa all’erosione del tempo, favorendo un ricambio generazionale inevitabile nel calcio come nella natura: per tornare grande l’Inter deve necessariamente ripartire dai suoi giovani di talento, e chissà che non se ne sia convinto anche Mazzarri…

Antonio Simone

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