Da oggetto misterioso a jolly difensivo: Rolando continua a scalare le gerarchie di Mazzarri

L’1-0 ottenuto domenica sera nel derby contro il Milan ha rilanciato l’Inter di Walter Mazzarri che, grazie alla perla di tacco di Palacio, è tornata a conquistare i tre punti dopo oltre un mese di astinenza. L’ultima volta in cui i nerazzurri avevano portato a casa l’intero bottino, infatti, era lo scorso 9 novembre: 2-0 a San Siro sul Livorno di mister Nicola.

Tra queste due vittorie si è assistito al momento più difficile della storia tra l’allenatore di San Vincenzo e la sua nuova squadra: quattro giornate in cui Cambiasso e compagni hanno ottenuto solo tre punti (pareggi con Bologna, Sampdoria, Parma e sconfitta al “San Paolo” contro il Napoli) che hanno di fatto allontanato quel terzo posto che significherebbe preliminari di Champions League.

Ma ciò che è risaltato agli occhi di tutti sono state le numerosissime volte in cui Handanovic ha dovuto raccogliere la palla in fondo alla propria rete. In questi quattro match l’Inter ha incassato la bellezza di nove gol, una media superiore alle due reti a partita. Troppe per qualsiasi squadra, in particolar modo per un tecnico che ha sempre fatto della solidità difensiva uno dei suoi punti di forza.

In questo periodo di appannamento del reparto arretrato, però, c’è chi si è dimostrato all’altezza della situazione ed è riuscito a scalare le gerarchie, conquistando inaspetttamente un ruolo da protagonista. Nel trio Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus si è inserito il portoghese Rolando, arrivato a Milano la scorsa estate e bravo a mettersi in mostra con ottime prestazioni sfoderate in tutti e tre i ruoli difensivi.

Il numero 35 nerazzurro è risultato il migliore della retroguardia sia nella disfatta del San Paolo – nonostante il suo errore sul quarto gol dei partenopei siglato da Callejon – e assoluto protagonista contro Balotelli e compagni in una sfida che ha permesso all’Inter di mantenere la propria porta inviolata e di riavvicinare il terzo posto.

L’acquisto del roccioso difensore classe 1985 aveva suscitato le perplessità di molti addetti ai lavori non tanto per le sue qualità quanto per il rapporto non idilliaco con il neo allenatore della Beneamata. I due, infatti, avevano incrociato i loro destini già un anno fa sotto il Vesuvio: un’esperienza poco entusiasmante visto che, in sei mesi di convivenza (da gennaio a giugno), l’ex Porto aveva trovato pochissimo spazio.

Le undici presenze di quest’anno, invece, (condite anche da una rete) hanno dimostrato che il suo arrivo ad Appiano è stato ben voluto dallo stesso Mazzarri che si è ritrovato così in rosa un giocatore che, insieme a Campagnaro, conosceva già i suoi schemi.

Da oggetto misterioso a jolly difensivo, la carriera italiana di Rolando sembra aver subito la svolta decisiva. Un bene soprattutto per l’Inter, alla ricerca del giusto equilibrio nell’anno della ricostruzione.

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