La cooperativa del gol

cooperativa del gol“Società caratterizzata dallo scopo mutualistico, la cui organizzazione sociale è fondata sul contributo in capitale e in lavoro di tutti i soci”. In termini colpevolmente semplicistici, questa può essere intesa come la definizione generale di società cooperativa, la cui completa descrizione è affidata al codice civile italiano. Allontanandoci dai fitti e oscuri meandri attraverso i quali si esprime il linguaggio giuridico e trascinando il medesimo concetto in ambito calcistico, potremmo descrivere quest’Inter di inizio stagione come una vera e propria cooperativa del gol.

Lo scopo mutualistico è senz’altro presente ed identificabile nell’ardente desiderio di riscatto condiviso all’unanimità, dopo esser finiti nell’epicentro della derisione generale durante la passata stagione. La voglia di rivalsa e un sano sentimento di rabbia comune a tutti coloro che accumulano energia per poi proiettarla improvvisamente verso l’esterno, hanno permesso di staccare il biglietto di ritorno da un inferno di proporzioni dantesche.

Sebbene il gioco sia ancora tutt’altro che spumeggiante (come dimostrato nel match contro la Fiorentina) e abbondino imperfezioni e difetti da limare prossimamente, alcuni dati di questo avvio di stagione non possono passare del tutto inosservati. Otto giocatori differenti, infatti, hanno visto il loro nome comparire per incanto nel tabellino dei marcatori in queste prime cinque giornate di campionato: dal solito Palacio al sorprendente Nagatomo, dai ritrovati Alvarez e Jonathan all’inossidabile Cambiasso, dai nuovi volti Taider e Icardi al redivivo Milito. 

Caso fortuito o semplice coincidenza sembrano lasciare evidentemente il passo a scelte tecniche ponderate e soluzioni tattiche predefinite. Lo schieramento di un attacco “leggero” interpretato a tempo pieno dal tandem argentino Palacio-Alvarez consente di allargare verso l’esterno le maglie della difesa avversaria, permettendo gli inserimenti  dei centrocampisti e le discese degli esterni con il risultato di imprimere maggiore imprevedibilità alle scorribande offensive e offrire una vasta gamma di soluzioni al portatore di palla. L’Inter di Stramaccioni, invece, si distingueva per un maggior distacco tra centrocampo e attacco, affidato esclusivamente agli spunti di Milito e Palacio e alla fantasia di Antonio Cassano, fin quando questi non sono stati coinvolti nell’incredibile ecatombe di infortuni che ha portato la Beneamata giù, sempre più giù.

Meraviglia, sorpresa e un pizzico di incredulità susciterebbe l’assurdo paragone con l’Inter di Mourinho che, nelle prime cinque giornate del campionato 2009/2010, immagazzinò un bottino di 13 punti, ottenuto grazie ai gol di sei giocatori diversi(due in meno del nuovo corso targato Mazzarri). Le annate seguenti vedranno ridursi drasticamente e drammaticamente il numero di marcatori: tre nella season 2010/2011 e cinque nelle due successive. Ritornando all’attualità, soltanto una squadra può vantarsi di aver fatto meglio della Beneamata, ovvero la Roma di Rudi Garcia che, veleggiando con il vento in poppa, ha portato in rete i vari De Rossi, Florenzi, Pjanic, Ljalic, Balzaretti, Totti, Strootman, Benatia e, infine, Gervinho. In questa speciale classifica relativa alle posizioni di testa, Juventus e Napoli si fermano pariteticamente a quota cinque.

Il temibile confronto con le altre potenze europee che occupano momentaneamente il primo posto nei rispettivi campionati, incoraggia ancor di più l’ambiente nerazzurro. Considerando sempre, per maggior equità, le prime cinque partite disputate, il Monaco ha potuto contare esclusivamente sulle convincenti prestazioni del duo Riviere-Falcao; Arsenal e Bayern si sono affidate alla vena realizzativa di cinque giocatori; il Barcellona, che ha abituato la platea del Camp Nou con calcio spettacolo e goleade, ha arricchito la classifica marcatori con sette firme esclusive.

Proprio come in una cooperativa, in cui ciascun socio agisce per proteggere e tutelare interessi comuni a tutti coloro che vi partecipano, così ogni giocatore nerazzurro segna per il conseguimento del bene comune e degli obiettivi di squadra, coincidenti in modo perfetto con quelli personali.

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