Dalla passione di Moratti alle ambizioni di Thohir, un passaggio di consegne doloroso ma necessario

Moratti ThohirAncora una volta si è deciso tutto a Parigi. Lì dove Moratti aveva alzato il suo primo trofeo da presidente dell’Inter (la Coppa Uefa ’97/98, vinta al “Parco dei Principi” contro la Lazio), lì dove era nata l’intesa con Josè Mourinho, che due anni più tardi avrebbe portato il club nerazzurro a scrivere una delle pagine più importanti della sua storia.

Proprio la capitale francese è stata teatro del terzo faccia a faccia tra il patron interista ed Erick Thohir: un incontro – avvenuto nella sede della banca d’affari Lazard – che ha segnato la fine di un’epoca per la società di Corso Vittorio Emanuele.

Infatti, nonostante le prudenti dichiarazioni rilasciate in serata da Massimo Moratti, l’affare con Thohir può dirsi praticamente concluso: servirà ancora un po’ di tempo (quantificato dallo stesso presidente in una trentina di giorni) per risolvere gli ultimi cavilli burocratici ma, salvo clamorose sorprese, il 70% del pacchetto azionario passerà presto nelle mani del tycoon di Giacarta.

Un accordo da circa 250 milioni di euro che prevede anche la partecipazione di altri imprenditori indonesiani (tra cui spicca il Bakrie Group, proprietario di un impero che opera nel settore del carbone) e che porterà Moratti a dire addio alla carica di presidente. La cessione della maggioranza, però, non comporterà, almeno nei primi due-tre anni, l’uscità di scena della famiglia Moratti dalla gestione della società. Nel nuovo consiglio di amministrazione – che vedrà drasticamente ridotto il numero dei suoi membri – ci sarà spazio, infatti, per almeno tre figure scelte dall’attuale patron, con tanto di diritto di veto sulle operazioni finanziarie più importanti.

Un passaggio di consegne doloroso ma necessario, giustificato così da Moratti: “E’ un ristrutturare in termini più organizzati per affrontare al meglio il futuro. Ormai ci sono giocatori che costano cento milioni, quindi, per rimanere allo stesso livello, bisogna strutturarsi in altro modo”.

La certezza per il popolo nerazzurro, ancora frastornato da una trattativa che è proseguita ininterrottamente per tutta l’estate, è che Massimo Moratti sta operando con il solo obiettivo di assicurare un futuro glorioso alla sua “creatura”. Lo stesso che è riuscito a garantire nei 18 anni di presidenza (frutto di un’infinita passione che ha portato alla conquista di ben 16 trofei: 5 campionati, 4 coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 Champions League, 1 Mondiale per club, 1 Coppa Uefa) e che adesso dipenderà soprattutto dalle ambizioni di Erick Thohir.

 

Alessandro Suardelli

(Twitter: @AleSuardelli)

 

 

 

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