Lettera di un tifoso deluso: “Diamo un calcio a questa Serie A…”

Cigarini Schelotto rissa Inter-AtalantaDopo un weekend dove, nei campi di Serie A, se ne sono viste davvero di tutti i colori, forse è opportuno fermarsi un attimo e fare mente locale su quello che sta succedendo nello sport più amato dagli italiani.

Decisioni arbitrali sciagurate, accoltellamenti capitali, dichiarazioni fuori luogo, interviste a dir poco inopportune: purtroppo, il calcio che abbiamo osservato in queste ultime ore, è stato solo questo. L’intera Italia calcistica ha buttato via l’ennesima occasione per ignorare il pattume che attanaglia un mondo ormai soffocato da interessi economici, che spesso prevalgono sulla passione e l’amore che ogni tifoso prova per la propria squadra.

A San Siro, un Gervasoni qualunque si è preso la scena al posto di un Ricky Alvarez finalmente “maravilloso”. Nel derby dell’Olimpico, le lame e la violenza hanno prevalso sulle magie di Hernanes e Totti.

In un weekend dove Tommaso Rocchi ha toccato 100 gol in Serie A, nessuno ha espresso una parola d’elogio per un bomber tanto silenzioso quanto efficace, anche se prossimo alle trentasei primavere. Meglio dare ampio spazio all’ignobile corrida scatenata al Meazza tra Raimondi, Cigarini e Schelotto, piuttosto che agli sprazzi di classe mostrati ancora una volta da Kovacic e alla tripletta firmata da Denis nella Scala del calcio.

Una 31^giornata in cui il Palermo tutto cuore di Sannino, trascinato da un superbo Ilicic, ha avuto sulle pagine dei giornali e nelle trasmissioni televisive molto meno spazio di quanto ne abbia meritato una sigaretta fumata in treno da Mario Balotelli. Un calcio dove la magia di un infinito Totò Di Natale ha trovato risonanza solo negli highlights post partita per poi essere accantonata.

In un momento di crisi come quello che sta vivendo il Paese, non ci sarebbe nulla di meglio che godersi lo spettacolo offerto dagli ormai pochi campioni rimasti in Italia. Senza dimenticare che, alcuni di questi – Milito su tutti – sono ai box.

Le sterili sceneggiate di molti dirigenti, addetti ai lavori e giornalisti però, non si infortunano mai. Loro no, restano sempre in forma, ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette, dodici mesi all’anno.

Diamo un calcio a chi non ha voglia di calcio. Noi, ne abbiamo ancora bisogno.

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