ESCLUSIVO – Bolzoni: “In nerazzurro bellissimi ricordi. Livaja è uno da Inter. Ai giovani dico di…”

francesco bolzoniChe il settore giovanile dell’Inter sia sinonimo di qualità è ormai un dato di fatto: da Balotelli a Destro, da Santon a Khrin, senza dimenticare i vari CaldirolaAcquafresca e tanti altri che, dopo gli inizi nella cantera nerazzurra, hanno costruito la loro carriera professionistica presso altre società.

Tra questi c’è Francesco Bolzoni, capitano della Primavera interista nelle stagioni 2007-2008 e 2008-2009 (con cui ha vinto anche un Torneo di Viareggio) e ora in forza al Siena. 

Con lui abbiamo parlato di alcuni aspetti relativi allo spazio sempre più importante che si stanno ritagliando i giovani nel campionato di Serie A. Di seguito vi riportiamo le sue parole, rilasciate in esclusiva ai nostri microfoni:

Hai militato per molti anni nelle giovanili dell’Inter, per poi esordire in prima squadra in tutte e tre le competizioni principali. Quali sono i ricordi più belli dei tuoi anni in nerazzurro?

“Degli anni all’Inter ho dei bellissimi ricordi, a cominciare dall’esordio inaspettato in Coppa Italia a 17 anni perchè era la mia prima convocazione. Poi il debutto in Champions League, in casa contro il PSV, ancora più bello perchè ancor più inaspettato: eravamo rimasti in 10 e a mezz’ora dalla fine Mancini mi ha fatto entrare, è stato qualcosa di fantastico. Anche l’esordio in campionato è stato bello, però il ricordo più intenso è legato alla Champions”.

Com’è stato il salto dalla Primavera al calcio “dei grandi” e quali giocatori dell’allora prima squadra ti hanno aiutato maggiormente a inserirti?

“A dire il vero il passaggio dalla Primavera alla prima squadra, per quanto mi riguarda, non è stato difficile; ho trovato più difficoltà quando sono passato in altre realtà come Genoa o Frosinone. Per il mio inserimento sono stati molto importanti Dacourt e Vieira, mi hanno dato una grande mano. Anche Crespo è stato uno di quelli che più mi ha aiutato a inserirmi nel gruppo”.

Credi che la politica intrapresa nell’ultimo anno dall’Inter, ossia quella di puntare forte su alcuni giovani del vivaio, possa consentire ai nerazzurri di mantenersi nelle zone nobili della classifica, per poi puntare a riaffermarsi sia in campo nazionale che internazionale nel giro di qualche stagione o le aspettative del popolo interista rischiano di ridimensionarsi per molto tempo?

“L’Inter è da tanti anni che lancia molti giovani, per cui la cosa non mi sorprende più di tanto. Credo che si possa lavorare bene con i giovani, però è difficile ritornare ai livelli di 2-3 anni fa. Dal mio punto di vista la soluzione giusta può essere avere qualche buon giovane da affiancare a qualche giocatore top; il calcio italiano è molto difficile e impegnativo, non si può basare una squadra solo ed esclusivamente sui giovani”.

Il pubblico interista è sicuramente molto esigente: non credi che in un’Inter meno forte di quella in cui hai esordito tu, i giovani possano accusare le difficoltà della squadra e sentire la pressione, con il rischio di “bruciarsi”?

“Sicuramente, però c’è anche da dire che i giovani di oggi dell’Inter hanno più spazio e più possibilità di giocare rispetto a me, Mario e Davide (Balotelli e Santon, ndr). L’Inter è sempre una squadra da terzo o quarto posto, per cui il fatto di poter avere un buon minutaggio gioverà a questi ragazzi: l’anno prossimo potrebbero avere molte più richieste da parte di altre squadre”.

Partendo dalla tua esperienza personale, mi riferisco all’anno in prestito in B prima a Frosinone e poi a Siena e alla luce di alcune esperienze dei giovani dell’attuale Primavera nerazzurra, vedi Duncan, quali sono i benefici che si possono trarre da un anno in cadetteria?

“Giocare un anno o due in Serie B fa molto bene. Quando esci dalla Primavera spesso non sei pronto per essere titolare fisso in una squadra come l’Inter. Il campionato Primavera non è difficile come la B o la Lega Pro, dove puoi trovare giocatori esperti e molto furbi, gente che non si fa problemi a farti un entrata dura o a metterti fortemente sotto pressione”.

Livaja, Benassi, Mbaye, Pasa: sono solo alcuni dei tanti giovani che hanno esordito in nerazzurro in questa stagione. C’è uno di loro che ti ha colpito maggiormente e che ritieni già pronto per restare in pianta stabile nella rosa dell’Inter che verrà?

“Livaja sta facendo molto bene all’Atalanta e credo che se continuerà a crescere in questi mesi a Bergamo potrebbe essere uno da Inter; lo ha già dimostrato in Europa League e anche contro di noi ha fatto intravedere un grande potenziale: lui e Denis sono stati decisivi in quella partita, ci hanno messo in grande difficoltà”.

Nonostante tu sia ancora molto giovane, hai appena superato il traguardo delle 100 partite da professionista: c’è un consiglio o un suggerimento che vuoi dare a questi ragazzi che si affacciano alla prima squadra?

“Dico loro di dare sempre il massimo, di non sentirsi mai arrivati e di non avere paura di fare un anno di esperienza in squadre più piccole: andare a giocare in Serie B o lottare per la salvezza è importante, aiuta a crescere per poi tornare più forti e più consapevoli dei propri mezzi”.

Per concludere, in questa stagione l’Inter ha vissuto grandi problemi a centrocampo. Per la prossima stagione, oltre ai nomi suggestivi come Paulinho e Nainggolan, circola anche quello di Khrin, ex del vivaio nerazzurro proprio come te. In cuor tuo speri in un ritorno all’Inter o è una parentesi del passato?

“Io ci spero tantissimo, l’Inter è l’Inter. Quest’anno ho giocato con buona regolarità e quando sono stato chiamato in causa ho fatto abbastanza bene. Ci spero davvero, però per il momento non ci penso”.

 

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