Il girone di non ritorno

Stramaccioni allenamentoSi attendeva l’arrivo dell’anno nuovo come la panacea di tutti i mali. Non è stato così. Il duemilatredici ha riportato bruscamente a galla i problemi che avevano caratterizzato la fine dello scorso anno. Una squadra stanca, sprecona, lenta e senza idee esce sconfitta nell’orgoglio, ancor prima che in campo, dal “Friuli”. Ci eravamo illusi che fosse solo un “pò di nebbia che annuncia il sole”, come diceva il capitano del Titanic. Invece la nave Inter sta affondando e prima che non ci sia più manovra utile per salvarla, è esercizio utile provare a valutare le responsabilità del tracollo. E francamente nessuno ne esce immune.

Dai momenti di crisi spesso si esce grazie alle giocate dei fuoriclasse, che al momento all’Inter scarseggiano. Con Milito in condizioni rivedibili e Sneijder ai margini della rosa, i soli lampi di Cassano nel buio della manovra nerazzura non possono bastare. Basterebbero allora le semplici ciabattate degli umili servitori, che però sbagliano anche a mezzo metro dalla porta vuota. Alla scarsa vena realizzativa degli uomini d’area si accompagna il crollo del rendimento di quello che fu il punto di forza dell’Inter: la difesa. L’impeccabile Handanovic di questa stagione nelle ultime due giornate ha lasciato spazio a un portiere insicuro e spesso fuori posizione. Il solo Samuel non basta a colmare le mancanze dei giovani Ranocchia e Juan Jesus, prima derisi dai diretti avversari e poi squalificati. A centrocampo l’unico da salvare è Guarin che, al netto di errori grossolani, è l’unico a metterci cuore e gamba. La coppia Gargano-Cambiasso è ormai logora e cambiando l’ordine degli esterni il risultato non cambia. Purtroppo la panchina non offre di meglio.

E’ per questo che le colpe di Stramaccioni continuano ad essere limitate. Le alternative mancano e le scelte sono sostanzialmente obbligate. Nonostante questo la squadra pareva ben schierata anche nel mezzogiorno di ghiaccio a Udine, prima che gli episodi dessero la svolta alla partita. La squadra gioca male. Anzi, malissimo. Ma col personale a disposizione è difficile credere che si possa fare di meglio. Un mister tanto inappuntabile in campo, quanto discutibile fuori. “Secondo Stramaccioni” sarà pure rigore, ma quella protesta è sbagliata nei tempi e nei modi. All’interno della miriade di episodi arbitrali che ha penalizzato l’Inter dalla gara di Torino in poi il tecnico romano ha scelto l’unica decisione “giusta” per le sue lamentele, fornendo un alibi ingiustificato allo staff tecnico, ai giocatori e, soprattutto, ai dirigenti.

Appunto, i dirigenti. Le colpe principali vanno senza alcun dubbio addebitate alla società, incapace di condurre una campagna acquisti funzionale agli obiettivi dai tempi di Mourinho. I soldi spesi per Silvestre e Pereira ad oggi sembrano uno spreco, un lusso che presenta un costo opportunità in mezzo al campo troppo elevato. Le rotazioni sono corte e la finestra di mercato di gennaio rischia di chiudersi con l’acquisto di un paio di scarti di serie A buoni per la salvezza. A questo si aggiunge la pessima gestione di Sneijder, che nel deserto tecnico attuale potrebbe addirittura tornare utile.

Insomma, anno nuovo vita vecchia. Ma magari ci eravamo sbagliati di una settimana. In fondo il nuovo anno calcistico inizia col girone di ritorno. Un girone di non ritorno.

Giovanni Cassese

(Twitter: @vannicassese)

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