L’Inter dei giovani affonda a Kazan, ma ci sono note positive

Doveva essere la partita dei giovani e così è stato: nella formazione iniziale l’Inter schierava per cinque-undicesimi giocatori ventenni o quasi: da Belec (‘90) in porta a Livaja (‘93) e Coutinho (‘92) in attacco, passando per Romanò (‘93) e Benassi (‘94) a centrocampo. Il migliore, nonostante fosse il più giovane, è stato sicuramente Benassi che ha mostrato grande abilità nel saper gestire palla a centrocampo, meritandosi di restare in campo per tutti i novanta minuti.

Ma passiamo alla partita, che inizia subito male per l’Inter. Pronti e via e dopo un minuto Jonathan si perde il numero dieci del Rubin Kasaev, che lo supera e mette un cross sul secondo palo: la palla, colpita in modo maldestro da Juan Jesus, tocca il palo e finisce sui piedi di Karadeniz, che davanti a Belec non può sbagliare. Nonostante la presenza di molti giovani la squadra si rialza e cerca di prendere il mano il gioco, senza lasciare ai russi più alcuno spazio in difesa. Per tutto il primo tempo i padroni di casa non riescono a impensierire Belec.

E’ la concretezza in attacco ciò che manca all’Inter. Dopo il gol dello svantaggio, infatti, si registra solo qualche sporadica giocata di Coutinho, che prova a combinare con Livaja e Benassi, senza riuscire a trovare l’imbucata vincente. L’occasione più pericolosa è al 43’: proprio Coutinho viene lanciato sulla sinistra da Pereira e punta la difesa del Kazan, ma esagera coi dribbling e perde il pallone. Poche occasioni ma l’Inter dà segni di vita.

Nella ripresa Stramaccioni toglie un po’ di “bella gioventù” puntando sull’usato sicuro: fuori Romanò e Livaja (nervoso e ammonito), dentro Zanetti e Palacio. La squadra sembra essere più determinata e lo dimostra il bel tiro di Gargano che impegna subito il portiere avversario Ryzhikov. Dopo tre minuti è Palacio a presentarsi al numero uno russo con un tiro dalla distanza che finisce lontano dalla porta. L’Inter attacca a testa bassa e nei primi dieci minuti di secondo tempo trova due occasioni importanti. La prima con Coutinho che si libera per il tiro calciando a lato di poco (57’). La seconda con Palacio, che taglia alle spalle dei centrali e viene servito perfettamente da Ranocchia davanti al portiere: tiro rasoterra a incrociare e palla sul palo (66’). Anche la sorte non è dalla nostra.

Dopo quest’occasione l’Inter non riesce più a creare granchè, salvo per le solite azioni solitarie di Coutinho, che mostra di essere in salute e di volere fortemente il gol. La partita si incanala così verso la vittoria del Rubin, che conserva il risultato restando molto prudente dietro. Nel frattempo si infortunia Ranocchia (pare si tratti solo di un indurimento muscolare, ndr) che fa spazio al giovanissimo Donkor (classe ’95). Nel finale il Rubin chiude i giochi con Rondon, entrato nel secondo tempo, che fulmina in contropiede Donkor e Belec (86’). E’ lo stesso Rondon a farsi giustiziere dei nerazzurri (tre gol segnati all’Inter con quello a San Siro) segnando il 3-0 per la sua squadra nel recupero.

La sconfitta è forse giusta ma il risultato appare bugiardo per quello che si è visto in campo, con un’Inter sì poco pericolosa ma sempre in partita fino al gol del 2-0. Una partita non entusiasmante ma che può essere stata il trampolino di lancio per alcuni giovani interessanti.

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