Un cervello in bianco e nero

Massimo Mauro.

Siamo soliti iniziare i nostri articoli in modo molto più intelligente. Lo sappiamo e ce ne scusiamo. Ma non possiamo evitare di provare a confutare le “tesi” di un “giornalista” che parla di Inter. Troppe virgolette, ci rendiamo conto anche di questo. Mauro ci confonde ma noi vogliamo provare a rispondergli, pur coscienti del segreto racchiuso nel famoso detto “Non sfidare mai un testardo. Ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza”.

Il personaggio lo conoscete tutti: una grande carriera da calciatore, che l’ha portato a giocare al fianco di Zico, Platini e Maradona. In proposito ha scritto (meglio: gli hanno scritto) un libro intitolato “Ho giocato con tre geni”. Capirete voi stessi che il quarto non era lui. Da “opinionista” – scusate, ma non riusciamo a farne a meno – una storica malcelata antipatia nei confronti del mondo nerazzurro.

Spento nel periodo dei successi di Mancini prima e Mourinho poi, ha finalmente ritrovato colore col calo post-triplete e la contemporanea ascesa della sua Juventus. Quest’anno ha messo subito in chiaro che le simpatie non lo avrebbero condizionato: infatti nei classici pronostici precampionato Mauro vedeva l’Inter ottava, alle spalle di Juve, Milan, Napoli, Fiorentina, Roma, Lazio e Udinese.

Come dargli torto? Credevamo avesse raggiunto il top, ma è in questi momenti che i fenomeni vanno oltre i propri limiti. Postpartita di Inter-Cagliari: ci sarebbero parole su parole da spendere per rendere merito alla squadra di Pulga e “Gomez” (vi lasciamo indovinare di chi è l’errore), capace di fare il bello e il cattivo tempo a San Siro e conquistare un punto che fino all’ottantacinquesimo le stava persino stretto.

Ma Massimo Mauro ha idee migliori: riuscire a negare ciò che è ovvietà per tutto il mondo. Fedele al suo percorso di negazionismo, rimane convinto che Astori non interviene in maniera fallosa su Ranocchia. “Non c’è sgambetto” ci spiega. Da lì probabilmente la decisione della società di chiudersi in un silenzio stampa che non ci convince mai del tutto, ma che dinanzi alla serie aperta di episodi arbitrali sfortunati a nostro sfavore e all’accanimento di personaggi come Mauro si rivela inevitabile. Ha parlato solo il presidente Massimo Moratti, non sempre un comunicatore ineffabile, ma stavolta perfetto nella replica “ai commentatori televisivi che si divertono, dopo la loro grande esperienza juventina, a fare finta che non sia rigore”.

La replica del nostro eroe a Moratti è arrivata oggi “Parlando sempre di arbitri, il sistema perde di credibilità”. Ti sbagli, Massimo. Il sistema aveva già perso di credibilità il giorno che ti ha concesso la facoltà di parlarne.

Giovanni Cassese

(Twitter: @vannicassese)

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