Con un Principe così si può davvero credere alle favole

Quando mercoledì sera, al sedicesimo minuto del secondo tempo, Diego Milito si è liberato del diretto avversario con la sua classica finta (quella del gol del 2-0 al Bayern nella notte di Madrid, tanto per intenderci), ogni tifoso interista, a casa, al bar o allo stadio, ha avuto un sussulto.

La notte di Halloween regala prelibati dolcetti al popolo interista e riconsegna ufficialmente a Stramaccioni un Diego Milito in forma “triplete”; sia chiaro, finora le prestazioni del bomber nerazzurro erano state soddisfacenti, l’impegno non era mai mancato, l’aiuto alla squadra nemmeno, i gol, forse, un pochino sì.

Ottobre è sempre stato il suo mese “maledetto”, con un solo gol segnato (nel 2009, Inter – Palermo 5-3) nel decimo mese dell’anno; si sa, le maledizioni sono un po’ come i record, ossia sono fatte per essere infrante. Ecco allora che il Principe nerazzurro ha sfatato questo tabù, domenica scorsa con un appoggio a porta vuota per il provvisorio 2-0 a Bologna, mercoledì sera con il rigore del pareggio che ha ridato fiato a San Siro e che ha spianato la strada alla rimonta della truppa di Stramaccioni.

Contro la Samp, al di là della rete che ha permesso all’Inter di pareggiare l’iniziale svantaggio firmato Munari, si è visto un Milito brillante dal punto di vista fisico, sempre ben posizionato per giocare di sponda con Cassano e Palacio, rapido e preciso nello scattare in profondità : non è un caso che si sia procurato il rigore, che l’abbia realizzato e che abbia avviato l’azione del 2-1, intercettando il corto passaggio di Renan e servendo Cassano.

Tutto ciò fa sorridere se si ripensa al Milito spento dell’inizio del passato campionato, quel Milito che difficilmente riusciva a superare l’uomo con la sua finta ubriacante e che sbagliava gol clamorosi (quello di petto a Bergamo da un metro è il più eclatante).

Milito, come lo si è visto mercoledì sera, ricorda moltissimo per tre motivi, ossia spirito di sacrificio, elevata qualità delle giocate al servizio della squadra e freddezza in zona gol, quello della notte del “Bernabeu”, quello che, dopo una sponda a Sneijder scattò in profondità e bruciò la difesa bavarese per il vantaggio interista, quello che, con la sua finta, fece girare su se stesso Van Buyten prima di realizzare il raddoppio.

Se, come si usa dire, tre indizi fanno una prova, allora abbiamo la conferma di essere di fronte al Milito “stile triplete”. I tifosi interisti non pronuncino la parola scudetto, perché, come dice Strama “è ancora troppo presto”, però con un Principe così si può davvero credere alle favole…

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