Torino-Inter, quattro anni dopo Mou

Quattro anni. Sono quelli trascorsi dall’ultima Torino-Inter. Era il settembre del 2008, Mourinho si era appena affacciato sul palcoscenico della Serie A, con quelle sue armi da veterano, capaci di fare la differenza in qualsiasi contesto.

Poche parole, incisive, piccate, in perfetto dialetto milanese. Quel “io non sono pirla” pronunciato, tra il serio e il faceto, ad un giornalista nella sua conferenza stampa di presentazione. Non era un pirla Mou, conosceva le potenzialità della sua squadra, conosceva le sue potenzialità. Nessuno poteva immaginare dove il vate di Setubal avrebbe portato l’Inter nei due anni successivi: sul tetto d’Italia prima e d’Europa poi, 45 anni dopo l’ultima volta.

In quella partita, l’Inter diede una bella lezione di calcio al Torino. Dopo l’autogol dei granata ecco che la squadra mostrò il meglio del suo repertorio: prima con una sassata da fuori area di Maicon e poi con il solito Ibrahimovic a chiudere i conti. Era l’Inter di Julio Cesar, Materazzi, Balotelli e dello stesso Maicon; solo alcuni degli eroi che avrebbero scritto la leggenda un anno dopo.

Di quella squadra oggi sono rimasti ben pochi: Samuel, Zanetti, Cambiasso, Stankovic, Chivu con gli ultimi due che nemmeno scenderanno in campo domenica. Sono cambiate tante cose, non solo a livello economico. L’Inter di allora poteva ancora permettersi stipendi come quelli di Ibra e più tardi di Eto’o, oggi se non si parla di rivoluzione totale poco ci manca. Quella squadra da lì a poco avrebbe raggiunto l’apice di un ciclo straordinario, oggi si ricomincia da zero.

Non bisogna fare paragoni, sarebbe ingiusto e controproducente. Il progetto dei nerazzurri è chiaro: tornare a quei fasti, e la società, quest’estate, ha agito bene, scegliendo un allenatore giovane ma capace e costruendo una squadra a sua immagine e somiglianza. Dopo anni d’incertezza in casa Inter sembra tornato il sereno: quattro anni dopo Mou, l’Inter è finalmente pronta per vincere ancora.

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