Milito: “Ai tifosi chiedo tempo e pazienza. Cassano? E’ più maturo di Balotelli”

A pochi giorni dalla delicata trasferta di Torino, Diego Milito si confida sulle pagine de “La Stampa”. Nella lunga intervista concessa al quotidiano diretto da Mario Calabresi sono tanti gli argomenti trattati: dal Triplete alla sconfitta con la Roma, passando per il rapporto con Stramaccioni.

Partiamo dall’Inter targata 2012/2013, dottor Jekyll in trasferta e Mister Hyde in casa:  “Noi siamo una squadra che sta costruendo qualcosa di importante per il futuro, ma per farlo ci vuole tempo. Obiettivi? La maglia che indossiamo ci obbliga a puntare sempre in alto. Sono il titolare? È un grande piacere far parte del progetto di questa nuova Inter. La fiducia è tutto nel calcio”.

In particolare sulla sconfitta contro la Roma, il centravanti specifica: Ho imparato che ci sono anche le sconfitte buone nel calcio. Quelle che ti fanno capire tante cose, che fanno risaltare certi problemi. Quella con la Roma è una di queste. Sia chiaro perdere è sempre brutto, ma di peggio ci sono le vittorie che fanno male, quelle che ti fanno perdere la testa

Molto interessanti anche le sue parole sul neo-arrivato Antonio Cassano, già messo in discussione dai media per il (presunto) mancato ambientamento nello spogliatoio: Antonio è un uomo, molto più maturo di Balotelli. Ci siamo trovati contro anche in Spagna: io al Saragozza, lui al Real. Gliel’ho ricordato la prima volta che ci siamo rivisti”.

Su Stramaccioni afferma: “I confronti non mi piacciono. Di certo ha una virtù: dice tutte le cose in faccia, senza fare distinzioni“. Non a caso è l’unico allenatore che è riuscito a farsi amare dai tifosi nel post-triplete. E al giornalista che gli ha chiesto come sia uscito dalla sua personale crisi seguita all’addio di Mourinho, Diego ha risposto semplicemente:Conosco una ricetta sola: aggrapparsi al lavoro. E così ho fatto”. Ricetta sicuramente valida anche per la sua Inter.

Il suo rimpianto in maglia nerazzurra: La finale di Supercoppa Europea con l’Atletico Madrid del 2010. Abbiamo perso e giocato anche molto male”.

Chiudiamo con un appello ai tifosi: Ci vuole tempo e pazienza. Tante squadre hanno imboccato una nuova via, cambiare in questo momento è più facile anche per l’Inter. Abbiamo perso tre calibri come Julio Cesar, Lucio e Maicon, ma stiamo ripartendo.

 

 

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