E questo vorrebbe dire uscire a testa alta?

L’eliminazione subita dal Milan ad opera del Barcellona nei quarti di finale della UEFA Champions League, sembra esser stata per molti una rapina a mano armata. Tant’è che molti addetti ai lavori, sono rimasti meravigliati dal passaggio del turno conquistato dalla squadra di Pep Guardiola. In primis, sono stati gli stessi giocatori e dirigenti milanisti a lamentarsi dell’operato del signor Björn Kuipers, reo di aver concesso un calcio di rigore piuttosto generoso per una trattenuta di Alessandro Nesta su Sergio Busquets. Fermo restando che il penalty concesso dall’arbitro olandese possa essere alquanto discutibile, sorprende come una società dedita al gioco offensivo e definita europea per antonomasia com’è il Milan berlusconiano, possa aggrapparsi a questi episodi per giustificare un’eliminazione apparsa meritata.

Nel doppio match, il Barcellona ha concluso verso la porta di Abbiati ben 32 volte, mentre il Milan solo 6 verso Victor Valdes. In entrambe le partite, i catalani hanno tenuto il 60% del possesso palla contro il 40% della squadra di Massimiliano Allegri. Lasciando da parte un attimo queste impietose statistiche, è apparsa netta la supremazia territoriale dei blaugrana sia a San Siro che al Camp Nou, con il Barcellona che avrebbe potuto recriminare per un rigore non concesso all’andata per un fallo di Abbiati su Sanchez. Episodio, questo, che sarebbe potuto costare anche il cartellino rosso al portiere rossonero indirizzando chiaramente la partita in maniera diversa.

Quando l’Inter nel 2010 andò in Catalogna a difendere il 3-1 conquistato a San Siro grazie alle reti di Sneijder, Milito e Maicon, molti delegittimarono la partita catenacciara dei ragazzi di Mourinho che, è bene ricordarlo, alla mezz’ora del primo tempo si trovarono in inferiorità numerica per l’espulsione inflitta a Thiago Motta per una presunta manata all’attore Busquets. Partendo dal presupposto che l’Inter la qualificazione alla finale di Monaco la costruì a Milano segnando tre gol, è apparso palese come il Milan abbia impostato in maniera difensiva il doppio confronto contro il Barcellona sia in casa che in trasferta. Dopo lo 0-0 dell’andata, per passare il turno, il Milan avrebbe comunque avuto bisogno di segnare almeno un gol. Ci è riuscito con Nocerino dopo l’iniziale vantaggio firmato Messi, ma per eliminare i marziani non può bastare questo. Certo che se gli avversari mantengono il pallino del gioco per il 60% del tempo e tirano verso la tua porta ben 32 volte c’è poco da recriminare, Björn Kuipers o no.

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