Obi ripercorre la sua carriera e confessa: “Ho sempre tifato Inter”

In una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Inter Channel, Joel Obi ha ripercorso i momenti più significativi della sua carriera, dal trasferimento in Italia all’esordio con la maglia nerazzurra. I ricordi sono un po’ sfumati, perchè il giovane centrocampista nigeriano, a differenza di altri calciatori, si è trasferito in Italia già da piccolo, insieme alla sua famiglia. Sono arrivato con i miei genitori, ma non per giocare a calcio. Ho iniziato solo due anni dopo, quando mi sono iscritto in una scuola calcio vicino casa mia, a Parma”. Nel 2005, mentre disputava il “Torneo Scirea” con la formazione emiliana, fu notato dagli osservatori nerazzurri: “Chiesero informazioni al mio procuratore, che mi propose questa possibilità. Accettai subito perchè già quando ero nel Parma tifavo Inter e mi piaceva molto Stankovic per il modo in cui calciava, quindi guardavo tutte le sue giocate”.

Nelle giovanili nerazzurre Obi si forma sia calcisticamente, sia come uomo. Il percorso che lo porterà alla prima squadra è lungo, ma ricco di soddisfazioni. Nel 2008 arriva il titolo di Campione d’ Italia con gli Allievi Nazionali. Un gruppo che è rimasto nel cuore del 20enne di Lagos: “E’ stato un anno importante perchè eravamo tutti uniti. Tuttora ci sentiamo spesso perchè appunto ci trovavamo bene e in quel periodo siamo riusciti a vincere tante cose“. Subito dopo, approda nella Primavera, guidata prima da Vincenzo Esposito e poi da Fulvio Pea, fino alla chiamata della prima squadra. L’esordio è da sogno, in Champions League, contro il Werder Brema a San Siro: Lo aspettavo da tanto, ero contentissimo, poi soprattutto in Champions ancora di più. So che non è facile, non tutti riescono a giocare in questo torneo e prima di entrare in campo ero emozionato, durante la partita invece i compagni mi hanno dato fiducia. Che effetto fa guaradare gli spalti del Meazza dal campo? Quando sei in campo non te ne accorgi, quando sei fuori che vedi le persone veramente che ti guardano fa un po’ un certo effetto”.

Altrettanto significativo il successo nel Mondiale per Club: “E’ stato un momento molto importante  perchè non avevo mai vinto nulla. Che ricordo ho della finale e dell’esperienza? E’ stata una finale un po’ strana, perchè non è stata difficilissima ed è andato tutto come doveva andare. Siamo riusciti a portare a casa la coppa, spero sia la prima di una lunga serie“. Infine l’emozione di conoscere personalmente il presidente Moratti, segno di avercela fatta: “Conoscere il presidente significa che sei arrivato a buon punto, quindi ero contento e felicissimo. Mi sono reso conto che il sogno si stava realizzando e che dovevo darci dentro veramente perchè non si può perdere un’occasione così, dato che capita una sola volta nella vita“.

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