Non v’ha orgoglio che superi l’orgoglio degli umili

Siamo riusciti a rovinare anche l’unica serata che doveva essere tranquilla. Già qualificati, già primi, ci toccava solo rilassarci in attesa delle cadute fragorose delle big d’Europa. Invece no.

E’ difficile essere orgogliosi di ciò che è stato fatto se non si riesce ad avere un minimo di fiducia nel futuro. Lione, Basilea, Zenit, Bayer Leverkusen e Olympique Marsiglia: nessun avversario proibitivo, dando un veloce sguardo alle seconde classificate. Ma esistono avversari facili per questa Inter? Temiamo di no.

Dicembre è appena iniziato e le sconfitte stagionali sono nove. Non molto tempo fa non bastava un’intera stagione per accumularne così tante. Ovviamente non è la partita di ieri sera a preoccupare. Doveva servire come passerella per i giovani, ma Ranieri ha ben pensato di ammortizzare ulteriormente cespiti sull’orlo della distruzione, come Milito, Cambiasso, Samuel e Chivu. Intanto Caldirola (capitano dell’under 21) e Crisetig (il più giovane di sempre ad esordire in under 21) sedevano comodamente in panchina ad ammirare le prodezze dei big, capaci di sfiorare il gol solo sulle poche iniziative di un inguardabile Coutinho e nel finale col “virtualmente” giovane capitan Zanetti.

Nel mezzo il gol di Cambiasso, che comunque non basta ad evitare la prima sconfitta europea per un criticabile Ranieri. Tipica partita di una squadra già qualificata, diranno in tanti. Il problema è che Inter-Cska aveva connotati tremendamente simili a quelli di tutte le altre partite precedenti, quelle in cui i nerazzurri (paradosso!) si trovavano sull’orlo della zona retrocessione. Questa squadra è spenta e ha ben poco da dare, ma manca l’umiltà per ammetterlo. Questa qualificazione e l’eventuale accesso ai quarti non sono che specchietti per le allodole, vane illusioni di grandezza, sensazioni già provate lo scorso anno fino al fatale scontro con la realtà dei quarti.

Così quella che doveva essere la serata dell’orgoglio nerazzurro si trasforma nell’ennesima delusione. A ben figurare al San Siro come al solito sono solo gli strenui tifosi nerazzurri, che al momento del gol di Inler in Spagna fanno partire un vivace applauso. Non è semplice stima o patriottismo. E’ invidia per una squadra che vive di speranza ed entusiasmo: tutto ciò che manca in casa Inter. Alla faccia dell’orgoglio…

Giovanni Cassese

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