Specchietti per allodole

 

Sono lontani i tempi in cui la vittoria di misura sul Siena coincideva con la conquista del diciottesimo tricolore. A distanza di un anno e mezzo da quell’indimenticabile 16 maggio 2010, l’Inter conferma la sua tradizione favorevole allo stadio “Artemio Franchi”, ottenendo, con lo stesso risultato di allora (0-1), la quinta vittoria consecutiva contro i toscani. Questa volta, però, i tre punti non regalano nessun trofeo e contribuiscono a una causa decisamente meno nobile: l’allontanamento provvisorio dalla zona retrocessione. Grazie a un gol di Castaignos all’ultimo respiro, l’Inter ottiene un successo preziosissimo in ottica rimonta, ma le buone notizie per i tifosi della Beneamata finiscono qui.

La partita contro i bianconeri ha evidenziato ancora una volta i limiti della rosa nerazzurra. Il 4-1-4-1, proposto da Ranieri nelle ultime uscite, ha restituito un po’ di compattezza al reparto arretrato ma, complici le assenze di uomini chiave come Sneijder e Maicon, ha ridotto ai minimi termini la pericolosità offensiva della squadra. Se l’addio di Eto’o aveva complicato le cose, lasciando l’Inter orfana di un’importante spinta sulla fascia, l’indisponibilità prolungata di Maicon ha aggravato ulteriormente la situazione, spingendo il tecnico ad adattare sugli esterni giocatori destinati ad altri ruoli: Alvarez, Zarate, Castaignos, Coutinho e Obi si sono alternati senza troppa fortuna sulle corsie laterali. La mancanza di rifornimenti dalle fasce ha penalizzato soprattutto Pazzini che, guarda caso, ha visto crollare la sua media gol ed è a digiuno in campionato da oltre due mesi (l’ultima rete del centravanti azzurro risale al 24 settembre, ndr).

In mezzo al campo le cose non vanno meglio con importanti carenze fisiche e tecniche palesate dalla squadra. Cambiasso e Stankovic non hanno più il passo di un tempo e l’assenza di Sneijder ha reso decisamente più prevedibile il gioco, costringendo Ranieri ad aggrapparsi alla qualità di Thiago Motta per avere la meglio sugli avversari. Finora l’italo-brasiliano è stato preservato come un bene prezioso e, dando una rapida occhiata ai numeri, non è difficile capire il perchè: con lui in campo l’Inter ha ottenuto 5 vittorie in altrettante partite, senza di lui il bilancio è decisamente meno confortante con 6 sconfitte, 3 pareggi e solo 2 successi.

Tutto questo per sottolineare come sia impossibile mantenere alta la propria competitività senza alternative di livello in ogni reparto (e non saranno certo Kucka e Juan a riportarci in alto). Non ci si può accontentare di un’Inter “normalizzata” che rinuncia ai campioni e vince le partite comportandosi da “provinciale”. Il fair play finanziario rischia di diventare uno specchietto per allodole, così come i tre punti conquistati a Siena, che possono nascondere momentaneamente i problemi ma non bastano per allontanare il pericolo ridimensionamento.

Alessandro Suardelli

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